Project C4
ZA/UM svela il suo nuovo videogioco
Aprire il container è difficilissimo. Quando ce la faccio – diversi giorni dopo l’inizio della mia avventura nei panni di un investigatore con la passione per l’alcool – al suo interno trovo un uomo talmente ricco da piegare le leggi della fisica: la luce intorno a lui non si comporta normalmente. “La tua idea mi ricorda un gruppo di giovani uomini che vennero da me molto tempo fa. Si facevano chiamare ‘Fortress Accident’ – il loro nome avrebbe dovuto essere per me una red flag”, dice.
Fortress Accident è un riferimento a un gruppo di sviluppatori realmente esistito. Si chiamava Fortress Occident ed erano impegnati nello sviluppo di un videogioco dal nome No Truce With The Furies!. Il loro devblog èancora disponibile a questo indirizzo. Lo spazio dedicato alle FAQ si apre così: “È uno scherzo?” “No. È un gioco vero. Lo stiamo creando”. No Truce With The Furies! era destinato a diventare quello che non ho paura a definire uno dei più grandi videogiochi di tutti i tempi: Disco Elysium. Al cui interno ho trovato personaggi come il Mega Rich Light-Bending Guy, Miss Oranje Disco Dancer, un cadavere inizialmente senza nome con una singolare ostinazione a rimanere attaccato a un albero e molto, molto altro ancora.
Il mondo in cui si muovono il detective Harrier Du Bois e il suo collega Kim Kitsuragi è complesso, stratificato, vivo. E sarebbe riduttivo definirlo un semplice videogioco. In realtà, Disco Elysium è una mera frazione dell’universo narrativo nato dalla mente di Robert Kurvitz all’inizio degli anni Duemila. Rifinito, ripensato, modellato e approfondito nel corso di lunghi anni, il mondo di Elysium doveva ricevere una semplice introduzione con Disco Elysium, uscito nel 2019 e chiaramente destinato ad avere uno o più seguiti. Un videogioco che si configurava, prima di tutto, come un commentario al potere distruttivo del capitalismo ultraliberale: ho approfondito il tema proprio qui su FinalRound, mettendo in relazione il videogioco di Kurvitz e soci con la letteratura di Philip K. Dick. Luciana “Svet” Perrucci, invece,ha parlato qui delle difficoltà di traduzione legate a un possibile adattamento italiano di Disco Elysium. Insomma, da queste parti siamo grandi appassionati del lavoro di ZA/UM: personalmente, l’ho giocato quattro volte, l’ultima pochi mesi fa. E ho ancora tanta, tantissima voglia di riprenderlo a ogni possibile occasione.
Negli ultimi anni, di Disco Elysium in sé e per sé si è parlato poco. Si è scritto molto di più delle vicende che hanno interessato ZA/UM e le persone che lavorano per la compagnia – o che vi lavoravano. In questo post pubblicato su Medium, il Game Director Robert Kurvitz e l’Art Director Aleksander Rostov rilasciavano una dichiarazione congiunta in cui spiegavano di essere stati licenziati dalla compagnia ed espunti da ogni partecipazione al capitale di Zaum Studio OÜ, compagnia con sede in Estonia di cui detenevano delle quote di minoranza. In seguito alla pubblicazione del post, il canale YouTube People Make Games avviò un’inchiesta durata alcuni mesi e culminata con la pubblicazione del video Investigation:Who’s Telling the Truth about Disco Elysium?, contenente una ricostruzione della complessa situazione proprietaria delle società coinvolte nello sviluppo di Disco Elysium, a cavallo tra Estonia e Regno Unito. Non solo: si ascoltavano le voci di chi denunciava un ambiente di lavoro tossico nella compagnia. Le cause legali che riguardano il licenziamento di Rostov e Kurvitz a seguito del loro licenziamento sono ancora in corso, e i contorni della vicenda non sono ancora stati del tutto chiariti. Disco Elysium è ispirato alla filosofia di Mark Fisher, uno dei pensatori più acuti del nostro tempo, autore, tra l’altro, di Realismo Capitalista, pubblicato in Italia da Nero nel 2018. Recuperatelo a ogni costo: la sua lettura del sistema capitalista è lucida, spietata, senza sconti. Le vicende che hanno coinvolto ZA/UM e i suoi lavoratori sembrano uscite direttamente dalle pagine più cupe di Fisher.
Certo è che gli sviluppatori non sono rimasti fermi. “Hopetown è un gioco in cui le parole sono armi, e ogni scelta lascia il segno”: comincia così la presentazione su Kickstarter del videogioco attualmente in sviluppo presso gli studi di Longdue, compagnia nata da un gruppo di dev che avevano lavorato a DiscoElysium. C’è poi il collettivo Summer Eternal, che l’11 ottobre 2024 annunciava guerra alla “volgare tendenza al profitto dei corpi aziendali che si muovono come leviatani nell’ombra” (!) nel suo manifesto.Lo stesso 11 ottobre, un terzo gruppo di fuoriusciti si faceva avanti: Dark Math Games pubblicava un trailer di XXX Nightshift,videogioco di ruolo con evidenti legami con Disco Elysium –visibili fin dall’interfaccia di gioco – ambientato in un futuro fantascientifico.
Finora, la compagnia creatrice di Disco Elysium è rimasta in silenzio. Non esattamente “finora”, a dire il vero: per essere precisi, il silenzio è durato fino alla sera di lunedì 10 marzo, quando sul server Discord della compagnia abbiamo assistito al ritorno di ZA/UM. Con l’annuncio di un nuovo progetto: il suo nome in codice è Project C4, illustrato da Siim “Kosmos” Sinamäe, Writer in Project C4 e già Producer e Writer in Disco Elysium, e Jim Ashilevi, membro storico di ZA/UM (ne fa parte da circa vent’anni,quando si trattava ancora di un collettivo di artisti), anche lui Writer e già Lead Voice Over Director in Disco Elysium. La presentazione è durata appena una decina di minuti, configurandosi come una prima parte del reveal del progetto, mentre una seconda parte si terrà nel corso della Game Developers Conference di San Francisco, in programma dal 17 al 21 marzo.
Jim Ashilevi spiega che negli ultimi cinque anni lo studio si è dedicato a un ampliamento del team, ora composto da circa ottanta persone, con uffici a Londra, Porto e Tallinn. È stato subito affrontato di petto l’elefante nella stanza: “Vogliamo costruire su ciò che abbiamo prodotto in precedenza, ma senza ripeterlo”, ha dichiarato. Sinamäe è stato ancora più chiaro: “Questo non è Disco Elysium 2”.Punto e a capo.
Project C4 sarà tutto incentrato sullo spionaggio, mantenendo il sistema del lancio di dadi che aveva unito il mondo virtuale di Disco Elysium a quello reale dei giochi di ruolo da tavolo. Sappiamo che l’universo narrativo vede una lotta senza quartiere tra grandi potenze geopolitiche; protagonista di Project C4 è un Operant, “servitore di un discutibile potere globale” nella definizione data da ZA/UM, impegnato a “sopravvivere nel violento quadro del reale”. In poche parole, una spia. Tutto piuttosto vago, per ora, e il breve teaser trailer – composto da immagini statiche che ricordano, a livello visivo, il lavoro fatto per Disco Elysium – non aiuta a chiarire maggiormente le cose. Una voce femminile parla di cospirazioni, di un Operant ingaggiato in un difficile lavoro di spionaggio, e di “un ultimo ballo sui resti della nostra umanità”. Senza eroi.
“La nostra differenza rispetto ad altri giochi di ruolo sta nella filosofia di ZA/UM: ‘failing forward’ [espressione difficilmente traducibile in lingua italiana: si potrebbe dire “fallire in avanti”, N.d.A.]”, commenta Jim Ashilevi. “Invece di rendere il fallimento un qualcosa che scatena continui salvataggi del gioco, noi lo rendiamo una gioia in sé, validando le scelte del giocatore. E nessuno fallisce più spesso delle spie”, prosegue. Sarà interessante capire se sarà eliminata dal gioco la possibilità – presente in Disco Elysium – di salvare il gioco in ogni momento, magari prima di un tiro di dado non ripetibile. Non smetterò mai di evidenziare come si tratti di un elemento cruciale nel design di esperienze di questo tipo.
Ashilevi prosegue elencando le ispirazioni letterarie di Project C4: “Sediamo sulle spalle dei giganti”, afferma. E, in effetti, i nomi sono altisonanti: si va da Philip K. Dick (di cui parlo nell’articolo dedicato a Disco Elysium linkato sopra), Ursula K. Le Guin, Stanislaw Lem – tutti autori di fantascienza, da cui, stando a Sinamäe e Ashilevi, il team vuole trarre un forte “gusto per il weird” – a John le Carré, maestro del romanzo di spionaggio in una chiave del tutto opposta rispetto a quella monodimensionale di James Bond. D’altronde, l’autore britannico conosceva molto bene il mondo dei servizi segreti: è stato un agente del Secret Intelligence Service, l’agenzia di spionaggio per gli esteri del Regno Unito.
Nessuna finestra d’uscita per Project C4, almeno per ora. Staremo a vedere se alla GDC ZA/UM si sbottonerà un po’ di più. L’impressione – in base al trailer – è quella di un progetto ancora nelle fasi preliminari. Anche perché lo studio ha navigato una bella maretta, negli ultimi anni. Vi terremo aggiornati sui prossimi sviluppi.
Pubblicato il: 11/03/2025
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