ALLA RICERCA DELLA
CANZONE PERFETTA
Lo sapete come funziona, no? Per scrivere una bella canzone, bisogna seguire delle regole precise. E non c’entrano le rime o, che ne so, il significato delle parole. Quelle sono importanti, per carità: chi dice di no. Però una canzone è come una poesia. Deve dire tutto sinteticamente. E con tutto, sì, intendo dire proprio tutto: le cose belle e quelle brutte, gli amori, la sofferenza, le sconfitte e le vittorie.
Ho passato anni interi cercando di scrivere la canzone perfetta. Che lo so, non sono un pennuto senza cervello: non esiste. Probabilmente, anzi, non esisterà mai. Ma se mi sono deciso in questa missione, è perché Hyrule non è un posto qualunque. In giro, ne ho lette veramente tante. E anche dopo tutto questo tempo, non mi sono mai annoiato. È normale andare avanti, sapete? Andare avanti, riprendere dai capitoli passati della nostra vita e rimetterci in viaggio. Non c’è assolutamente niente di male, in questo. Se c’è qualcosa da dire, se c’è qualcosa da fare, diamine, perché no?
Col tempo, ho imparato a riconoscere il suono dei singoli ruscelli e a farmi guidare dal loro scrosciare. Sapete che rumore fanno i Moblin mentre dormono? Io non lo sapevo; l’ho scoperto l’altra notte. È una specie di ringhio trattenuto, una via di mezzo tra un singhiozzo e un ruggito. Ed è una delle cose più assurde che abbia mai sentito. E l’ho sentito a Hyrule, non altrove. Poi ci sono i ronzii dei Guardiani, che non stanno mai fermi. E che altro? Ahssì. Le vibrazioni che tengono su le isole volanti.
Hyrule è cambiata, è diventata un’altra e allo stesso tempo è rimasta la stessa. Ma ha altre cose da offrire, tantissime. E questo non credo che si possa obiettare. Le foreste, le locande; i sentieri nascosti. E poi i templi. Antichi, senza nome, riempiti da quali e quanti versi nelle epoche passate. Come bardo, passo il mio tempo osservando. Ho occhi aguzzi, sapete? Da aquila. E poi, solo in un secondo momento, racconto.
Ecco, facciamo finta per un istante che siate appena giunti in queste terre, no? E che non abbiate la più pallida idea di cosa fare. Non ci sono limiti. Nessuno. Con Ultramano, potete spostare oggetti, veicoli, macchinari... qualunque cosa. E vi permette di costruire. Compositor, invece, serve a unire insieme più cose. Con Ascensus potete volare - sì, volare: dovete credermi, ho un becco e due ali; so di che cosa sto parlando - e attraversare i soffitti. Ci credete?! I soffitti! E poi, sì, con Reverto potete tornare indietro nel tempo, riavvolgerlo, persino cambiare la direzione degli oggetti o, perché no, dei proiettili che vi sono stati lanciati contro. Sono poteri, abilità. Cose straordinarie che di solito, di solito lo ripeto, non si possono fare. Ma il punto non è questo. Nossignore.
Il punto è un altro; il punto è che in questa Hyrule, in questo mondo frammentato, diviso tra cielo e terra, invaso dalle correnti più forti e immerso nelle acque più cristalline, siete liberi. Ed esplorare non significa unicamente… be’, esplorare. Significa vivere il singolo momento. Nessuno vi potrà fermare.
A un certo punto, l’unico limite che dovrete impegnarvi a rispettare sarà quello della vostra immaginazione. E lo so, davvero, lo so: detta così – scritta così – può sembrare tutto estremamente vago. E probabilmente lo è. Ma è come vi dicevo prima: quando provi a comporre la canzone perfetta, devi essere presente a te stesso e al singolo istante. E quindi ogni cosa che vedrete, che proverete, che toccherete; il cibo che cucinerete e le ricette che vi divertirete a provare; tutti gli amici che incontrerete sul vostro cammino e i nemici contro cui sarete costretti a combattere aggiungeranno una melodia, un soffio di tromba, una pizzicata di corde alla vostra storia. Perché sì – perdono perdono perdono – una canzone, alla fine, non è nient’altro che un’avventura.
Una che si può tramandare facilmente a voce, che può essere ripetuta; che in un certo senso non appartiene più a chi la scrive. Ecco, sì. La canzone perfetta è la canzone del mondo, e visto che stiamo parlando di Hyrule questa canzone ha le sue montagne, le sue valli, i suoi segreti. Non dovete lascarvi guidare dai pregiudizi. Non accontentatevi. Se una cosa è un capolavoro – e le mie canzoni, modestamente, lo sono sempre – dovete essere voi a dirlo, e non altri.
Un gioco è un gioco solo finché lo trattiamo come un gioco. E lo so – sì, so un sacco di cose, miei cari amici – che vi sembra banalissima retorica questa. E in parte lo è. Che c’è di male, dico io, in un po’ di retorica? È il troppo che storpia, ed è quando si esagera che… Sì, insomma, dicevo. Voi siete a Hyrule e volete divertirvi, volete lasciarvi coinvolgere dagli eventi. Una principessa che va salvata, no? E un cavaliere che non spiccica nemmeno una parola una che riesce sempre a cavarsela. Non vedete, in tutto questo, lo scherzo che è la vita?
Io scrivo, canto: so di che cosa sto parlando. Le sento anche io le malelingue, che credete: “Quel Rito è un pazzo, non fidatevi di lui, inventa solo sciocchezze”. Ma via, che c’è di male in qualche sciocchezza ogni tanto? Le sciocchezze sono come la retorica: quando non le usiamo in dosi abbondanti, non fanno altro che addolcire le cose.
Dunque, dicevo. La canzone perfetta. Non esiste e probabilmente non esisterà mai: va bene, fino a qui ci siamo arrivati. Però credo che ascoltando gli altri, la natura; ascoltando il rumore che fanno le rocce quando s’alzano in aria, galleggiando, e si scontrano; ecco, ascoltando tutte queste cose, credo che sia possibile sentire la voce di Hyrule. Che forse non è la canzone perfetta, e chissenefrega. Però è bellissima. È quella che accompagna l’avventura del nostro cavaliere, alla ricerca della sua principessa, pronto a tutto pur di ritrovarla e salvarla…
La verità, però, è un’altra. E questo Rito lo sa. La verità è che spesso – diciamo pure quasi sempre, via – le principesse non hanno bisogno di essere salvate; sono avanti a noi uno, due, tre battiti d’ali… voglio dire, passi; e stando così avanti, vedono il mondo da un’altra prospettiva. La prospettiva di chi sa. Viaggiare per Hyrule vi renderà persone diverse. All’inizio vi sembrerà di averlo già fatto, di aver già percorso quel sentiero e di aver già esplorato quel dungeon. E forse, che ne so, è così. A volte, il destino non ci dà trame pazzesche da srotolare: bisogna accontentarsi.
Capitolo dopo capitolo, città dopo città, comincerete a fidarvi di più dei vostri sensi e a non sottovalutarvi; allo stesso tempo, quando commetterete il minimo errore, avrete voglia di lanciare tutto per terra e di calpestarlo con forza… È successo anche a me, confesso: ci ho rimesso non ricordo quanti strumenti. Ma no, non è importante.
È importante che capiate che nel vostro viaggio, in questa Hyrule, così diversa e così uguale, siete voi i padroni del vostro destino. E il romanticismo, l’epica, la potenza di ogni singolo istante... I dettagli non contano? I dettagli sono tutto, credetemi. I dettagli fanno la differenza tra successo e insuccesso.
C’è una corrente d’aria, lì? Ecco, andateci sopra, aspettate… e comincerete a, giuro, volare. Non sapete come fare? Siete troppo in alto? Allargate le braccia, avete una Paravela. Il combattimento è un’altra faccenda e, ecco, da quello che ho potuto osservare richiede un po’ di pratica. Perché sì, schivate, bloccate, schivate ancora. Poi via, caricate il vostro colpo e forse, chissà, sarete in grado di battere il vostro avversario. Ma non è detto. Perché dovete – che volta sarà questa? Ho perso il conto… comunque sì, l’ho già scritto – imparare.
Ogni avversario ha i suoi movimenti e le sue mosse, e a furia di affrontarlo capirete come sconfiggerlo. Attenti alle vostre armi. Non c’è altro per dirvelo, quindi sì, non ci girerò intorno: fanno schifo; non date nomi alle vostre spade, non dureranno un battito di ciglia, e sperimentate, fondetele, unitile. In un primo momento vi sembrerà la cosa più bella del mondo, vi sentirete dei condottieri pronti alla carica sul campo di battaglia. Ma durerà un attimo. E poi? Ahssì: in alcuni frangenti il mondo vi sembrerà sul punto di andare in frantumi; tutto andrà lento, pianissimo, la vista vi si riempirà di quadrettini e lucine. Di solito, succede quando siete con altre persone o quando entrate in una nuova zona. Non so dirvi perché: chi ci ha dato il soffio della vita l’avrà trovato divertente.
Ultimo consiglio, ultimo giuro: parlate con tutti, chiunque, esplorate. In cielo, sulla superficie e nel sottosuolo. L’anima della vostra avventura è l’esplorazione. Vi sembra poco? Non vi basteranno le ore, i giorni e i mesi per vedere tutto quello che c’è da vedere. Diamine, nemmeno io sono riuscito a visitare tutto quello che volevo visitare! Perché, ecco, conta anche lo spirito. Avete presente, no? Lo spirito. Quello che abbiamo dentro. E il modo in cui decidiamo di affrontare le singole sfide: ciò che il mondo ci butta in faccia e con cui noi, se vogliamo sopravvivere, dobbiamo fare i conti. E quindi sì, andate avanti, impegnatevi; fate i conti con la roba che il mondo vi butta in faccia… e vivete. La vita, diceva un tale, è come un gioco. E a Hyrule tutto, in qualche modo, ve lo ricorderà. Fidatevi di me. Fidatevi di questo Rito.
KASS IL BARDO
Pubblicato il: 02/11/2023
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