LA TRADUZIONE "IMPOSSIBILE" DI DISCO ELYSIUM
C’è un’insostenibile verità con cui dobbiamo fare i conti: in Italia i videogiochi vengono tradotti molto poco e questo è un male. Il mercato italiano non è particolarmente rilevante nel vasto panorama videoludico, sia per quanto riguarda le vendite sia per lo sviluppo dei videogiochi in sé (ma questa è un’altra triste storia). Si compra poco e quindi si traduce poco perché la localizzazione comporta degli investimenti onerosi, soprattutto quando i giochi contengono una mole di parole non indifferente. Eppure i videogiocatori italiani esistono e sono anche tanti, ma si limitano ad acquistare i titoli più popolari o se vogliamo mainstream. EA Sports FC 24 e GTA V troneggiano da tempo sul podio delle vendite italiane e ogni tanto fa capolino un Elden Ring o qualche altro AAA, ma altri prodotti vengono completamente ignorati.
Eh, è colpa di Call of Duty, signora mia!
In realtà no, perché anche la pirateria gioca un ruolo fondamentale nella mancata localizzazione di molti prodotti, perché se ci divertiamo a smanettare con uTorrent ma non vogliamo spendere € 15,00 su Steam per sostenere il mercato, allora non possiamo lamentarci più di tanto. Oggi si parla molto di questo argomento, ma c’è un gioco in particolare che viene sempre guardato con un certo timore reverenziale e che molti sostengono di non aver potuto giocare proprio per via della sua complessità non dal punto di vista del gameplay, ma dal punto di vista linguistico: Disco Elysium.
È un videogioco leggendario sotto molti punti di vista. Sviluppato da ZA/UM, una software house di cui si parla troppo poco e solo in riferimento al caos giudiziario che l’ha portata allo scioglimento, Disco Elysium è un RPG single player narrativo pubblicato a ottobre del 2019. Da allora, si è portato a casa un po’ di premi tra cui Miglior narrativa, Miglior gioco indie e Miglior GDR ai Game Awards del 2019, ed ha guadagnato una notevole popolarità in tutto il mondo, Italia compresa.
La complessa trama di questo titolo ruota attorno a un agente di polizia che si risveglia in un ostello di Martinaise, in preda ai postumi di una sbornia leggendaria e a una totale amnesia. Dopo aver subito una bella strigliata dal barista dell’ostello incontra il suo collega Kim Kitsuragi, che lo informa del suo incarico: entrambi dovranno indagare sulla morte di un uomo trovato impiccato a un albero proprio dietro l’ostello. L’indagine sarà costellata di incontri di vario genere e conversazioni con individui molto particolari. Non avremo a che fare solamente con snobboni, povere anime, ribelli e gente che non ha più nulla da perdere, ma avremo spesso delle vere e proprie conversazioni con tutte le componenti del nostro Io che coincidono con le nostre abilità.
Da questa descrizione possiamo dedurre subito quali sono gli elementi fondamentali di Disco Elysium, ovvero i dialoghi e la narrativa. Durante le nostre indagini verremo inondati da testi di ogni genere, che siano storie legate ai personaggi o approfondimenti sul mondo in cui ci troviamo. Davanti a noi abbiamo parecchio materiale pronto per essere tradotto da qualche temerario. Questa valanga di parole potrebbe fare gola a tutti coloro che per lavoro traducono, ma può anche incutere un certo timore. I testi di Disco Elysium possono essere paragonati a quelli di un romanzo pulp (a tratti mi ha ricordato molto lo stile di Robert E. Howard) e le loro descrizioni articolate unite ai giochi di parole possono essere un vero e proprio ostacolo per chi ha una conoscenza dell’inglese anche solo intermedia, ma molto probabilmente darebbero del filo da torcere anche a un traduttore o interprete con un livello d’inglese molto alto.
Sin da quando cerchiamo di ricordare il nostro nome, ci viene proposta una descrizione meravigliosa che potrebbe mettere a dura prova la nostra conoscenza della lingua d’albione. Kim Kitsuragi si presenta e cerca di capire come ci chiamiamo. Ed è un’abilità nello specifico a parlarci, che possiamo tradurre brutalmente con Concettualizzazione.
"Concentration makes you squint your eyes. Your name should be deep gold and orange, like a forest fire looming on the horizon, but mixed with the stench of liquor rising from your breath. You are two step closer to it, but there are still many to go…"
Una proposta di traduzione potrebbe essere la seguente:
"Strizzi gli occhi mentre cerchi di concentrarti. Il tuo nome dovrebbe essere vivido, di color oro e arancione, come un incendio in una foresta che si profila all’orizzonte, ma che si mescola alla puzza di alcool che infesta il tuo fiato. Ce l’hai sulla punta della lingua, ma non ci sei minimamente vicino…"
Restituire uno stile così descrittivo e che si lascia inondare da metafore e giochi di parole non è un’impresa facile. È anche per questo motivo che i videogiocatori sono intimoriti da questo titolo, nonostante ancora oggi faccia parlare di sé per la sua storia avvincente e i suoi elementi GDR piuttosto curiosi.
Non mancano i momenti in cui ogni traduttore non vorrebbe mai trovarsi (o forse sì!), ovvero quando ci si trova di fronte a certi modi di dire difficili da restituire in italiano. Come se non bastasse, qui ci troviamo nella situazione in cui il sostrato culturale è molto lontano dalla nostra realtà, totalmente inventato dal team di ZA/UM.
In questo caso cosa si dovrebbe fare? Bisognerebbe “banalmente” cercare un corrispettivo abbastanza efficace nella nostra lingua.
Nel momento in cui il protagonista cerca di ricordare dov’era prima di ritrovarsi sbronzo e nudo nell’ostello, realizza di venire da “Marvel Hill”.
Dopo aver formulato questo pensiero, fra le opzioni a disposizione c’è la possibilità di chiedere al nostro partner Kitsuragi se conosce un posto chiamato Marvel Hill. Lui dice di non conoscerlo ma che ha il sospetto che sia un “modo di dire”. Come rendere quel “Marvel Hill”? Considerato che il protagonista è totalmente privo di memoria e non conosce nulla del mondo in cui si è ritrovato, potremmo usare “Settimo Cielo”.
In questo caso il dialogo potrebbe essere reso così:
“Lieutenant Kitsuragi, do you know a place called Marvel Hill?” “No…” he thinks for a moment. “But isn’t that an expression, not a place?”
“Tenente Kitsuragi, conosce un posto chiamato Settimo Cielo?” “No…” ci pensa per un istante. “Ma non è un modo di dire?”
Facendo un paio di ricerche, possiamo notare che l’espressione idiomatica Marvel Hill non esiste in inglese, quindi possiamo supporre che sia stata creata ad hoc per il mondo di Elysium. Nulla ci vieta di fare lo stesso in italiano e scatenare la nostra fantasia. Una soluzione potrebbe essere “Colle delle Meraviglie”.
“Tenente Kitsuragi, conosce un posto chiamato Colle delle Meraviglie?” “No…” ci pensa per un istante. “Ma non è un modo di dire?”
Il che sarebbe anche coerente con la frase pronunciata successivamente da Kitsuragi.
“A saying. Up on Marvel Hill—a great, high place. One that is impossible to climb back to.”
“Un vecchio detto. Vivere sul Colle delle Meraviglie. Un posto splendido da cui è impossibile tornare.”
Non mancano le contaminazioni linguistiche e i cambi di registro in base all’interlocutore che abbiamo davanti a noi. Lo sappiamo, anche parlando la stessa lingua sono le nostre sfumature a raccontare da dove veniamo e quando si riesce a renderlo bene nella narrativa si ha la possibilità di creare dei personaggi memorabili. Disco Elysium non fa eccezione, anzi, si impegna a raccontare tramite un’accurata scelta di parole le origini di ogni persona che incontreremo sul nostro cammino. Come succede nel caso di Cuno e Cunoesse, i due ragazzini in cui ci ci si imbatte nelle prime fasi dell’indagine intenti a stuzzicare il cadavere impiccato a suon di sassate.
Entrambi sono sboccati e usano la parola faggot (opportunamente censurata) al posto delle virgole. Ogni tanto Cunoesse tira fuori qualche parola che può tradire le sue origini finniche, come napakymppi che vuol dire “Centro!” o kyttä vittu, di cui kyttä vuol dire “poliziotto” e vittu vuol dire “vagina”, ma che di base possiamo tradurre in “sbirro del cazzo”. Se devo dare un’opinione puramente personale, in un’eventuale traduzione italiana lascerei questi termini così come sono, proprio perché contribuiscono ad arricchire questo personaggio dal punto di vista linguistico e culturale. Tra l’altro, i tratti distintivi del suo modo di parlare sono così evidenti da attrarre l’attenzione del protagonista stesso:
"The language of these kids are using… pure unfettered id. There will be no reasoning with those creatures."
"Il linguaggio di questi ragazzini… totalmente sregolato. Non si può ragionare con questi marmocchi"
Tanti altri personaggi non faranno mistero delle loro origini, soprattutto attraverso gli accenti. Infatti, personalmente, se ci fosse l’occasione di localizzare questo prodotto in italiano, sarebbe bello mantenere il doppiaggio originale o cercare un modo di far trasparire gli accenti, proprio perché sono degli elementi fondamentali, che raccontano anche la storia politica del luogo fantastico in cui ci troviamo.
A rendere tutto ancora più complesso ci si mettono le espressioni inventate di sana pianta, perché Disco Elysium è ambientato in un mondo alternativo, appunto quello di Elysium, con le proprie espressioni idiomatiche e i propri modi di dire. Fortunatamente molti di essi ci vengono spiegati, come ad esempio kipt, una parola dispregiativa utilizzata per descrivere le persone provenienti da South Semenese o i discendenti degli Aeropagite.
Abbiamo detto che i testi di Disco Elysium si possono paragonare a quelli di un romanzo pulp e gli autori dei testi sembrano esserne consapevoli, anche perché hanno inserito dei riferimenti molto specifici che andrebbero mantenuti tali e quali all’originale in un’eventuale traduzione. Durante l’interrogatorio di Cuno, gli faremo delle domande sui suoi spostamenti e lui a un certo punto dirà che si trovava a Night City. Probabilmente vi verranno subito in mente Cyberpunk 2077 o il gioco di ruolo cartaceo Cyberpunk 2013, ma questa citazione si riferisce al libro Neuromante (1984) di William Gibson. Night City è infatti un distretto di Chiba, location principale del romanzo. Questa ipotesi è sostenuta proprio da una riflessione fatta dal protagonista:
“There is no Night City anywhere. That sounds like the name of a city in some pulp science fiction novel.”
“Non esiste nessuna Night City. Sembra il nome di una città di un romanzo fantascientifico.”
Questa matrioska di riferimenti viene resa ancor più complessa dalla presenza del protagonista di una serie di libri gialli immaginari presente nell’universo di Disco Elysium, ovvero Dick Mullen (che a sua volta si riferisce al comico statunitense Nick Mullen, host del podcast Cum Town). Questo è il nome con cui viene apostrofato lo sfortunato protagonista dai suoi colleghi nel momento in cui chiede il loro aiuto. Dice di aver perso il suo distintivo e loro, molto simpaticamente, cominciano a prenderlo in giro chiamandolo Dick Mullen, un eroe letterario del mondo di Elysium che risolve tutti i casi che decide di prendere in carico.
E anche qui i giochi di parole non mancano:
"Dick Mullen is not your name. It’s the name of a fictional detective who would NOT lose his badge.[…] “Oh, goddamnit, is he fucking kidding? This whole station’s gonna be DICKED for this.”
L'espressione “to be dicked” si può tradurre con “essere nella merda/nei casini”, ma in questo caso viene utilizzata anche per denigrare il detective usando il nome Dick Mullen come riferimento. E quindi che si fa? Oltre a piangere, abbiamo due possibilità: tradurre la frase nel modo più corretto possibile, mettendo da parte il riferimento, oppure risolvere il problema alla radice cambiando il nome di Dick Mullen, magari italianizzandolo.
Se decidiamo di scegliere la prima opzione, allora la traduzione sarebbe questa:
"Dick Mullen non è il tuo nome, ma quello di un detective immaginario che non perderebbe MAI il suo distintivo. […]" “Oh, Cristo, sta scherzando? La centrale finirà nella merda a causa sua.”
Nel secondo caso, ci prendiamo qualche rischio in più, e decidiamo di prendere un cognome realmente esistente all’estero ma che può avere delle connotazioni più buffe in italiano, come ad esempio Katzenberg (magari riferendoci al produttore cinematografico Jeffrey Katzenberg). In questo caso, possiamo anche mantenere il nome Dick.
"Dick Katzenberg non è il tuo nome, ma quello di un detective immaginario che non perderebbe MAI il suo distintivo. […]" “Oh, Cristo, sta scherzando? La centrale finirà nella merda per le sue KATZATE.”
Disco Elysium è noto per la sua natura profondamente filosofica, pregna di significati che non verranno mai spiegati fino in fondo dal gioco ma che richiedono che sia il giocatore ad approfondirli. Uno di questi concetti è quello del Pale. Il mondo di Elysium non è simile al nostro, ma è compsto da “isolas” ovvero ammassi di terra e mare circondati e connessi da un tessuto simile alla nebbia, il Pale. Qui le leggi della realtà cessano di esistere, infatti non è facile descrivere questa particolare materia, in quanto è priva di forma, colore e consistenza. Non si può misurare, né pesare ed è lontano da ogni comprensione umana.
Il contatto prolungato con il Pale porta all’instabilità mentale e alla morte, infatti per attraversarlo è necessario seguire delle regole ben precise. Le sue origini sono ignote e molti studiosi stanno cercando di approfondirne la natura, ma vengono anche tessute delle particolari filosofie che potremo studiare attraverso i dialoghi con certi personaggi del gioco.
Esiste un’espressione idiomatica in inglese, beyond the pale¸ che secondo il dizionario Merriam Webster significa qualcosa di inaccettabile, inconcepibile e addirittura offensivo. È probabile che gli autori di Disco Elysium si siano ispirati a questa espressione per concepire il Pale, ma se vogliamo cercare di mantenere il significato misterioso e irraggiungibile di questa materia, una soluzione potrebbe essere tradurla in Pallore, così da mantenere la sua natura nebulosa e sfuggente. Un’altra scelta di traduzione potrebbe essere puntare sul timore e l’orrore che può suscitare il Pale, quindi trovare un termine decisamente più minaccioso, che potrebbe essere l’Esecro.
Le soluzioni potrebbero essere molteplici ed è proprio questo il bello della traduzione.
È davvero possibile che non esista almeno una patch italiana per Disco Elysium? In realtà sì, esiste, ma questo non risolve il problema alla base del discorso. Lo sforzo di chi lavora sulle traduzioni fanmade è più che apprezzato, ma questo comporta una lunga serie di danni al settore della localizzazione italiana. Citando una collega traduttrice, membro dell’associazione Tramiti, se si continua a fare affidamento sulle traduzioni amatoriali, talvolta non molto curate, “gli sviluppatori non sentono il bisogno di affidarsi a figure professionali e chi gioca non potrà mai godere di un prodotto tradotto con una cura e con un approccio che solo chi ha certe competenze può dare”.
Ogni titolo merita una traduzione perché, a dispetto di quello che pensano quelli contrari alla localizzazione, non è sempre facile godere pienamente di un’opera in originale quando non si è madrelingua, soprattutto quando quel prodotto non è facilmente fruibile nemmeno da chi quella lingua la parla sin da quando è in fasce. Disco Elysium – lo abbiamo dimostrato – è un’ottima sfida di traduzione che può essere colta da tutti, in modo tale da renderla più accessibile anche a coloro che sono stati intimoriti dalla sua complessità linguistica.
Pubblicato il: 27/11/2024
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