LA COLONNA SONORA DI
METAPHOR
RE:FANTAZIO
TRA EASTER EGG, RELIGIONI E CULTURA ORIENTALE
Lo ammetto: sono un fan di Shoji Meguro dell'ultim'ora. Nonostante abbia giocato durante la mia adolescenza numerosi titoli ATLUS, e sia stato da essi segnato, non avevo ancora raggiunto la maturità musicale necessaria a comprendere l'importanza delle sue sperimentazioni in fatto di colonne sonore. A mia discolpa, tuttavia, c'è da dire che il percorso dell'ermetico e sperimentale compositore nipponico è giunto a pieno compimento solo di recente ed ha acquisito senso compiuto solo alla luce delle sue ultime, gigantesche opere.
Sarebbe stato impossibile, infatti, valutare complessivamente l'estrema versatilità del musicista prendendo solo ad esempio titoli come il capolavoro Shin Megami Tensei III Nocturne senza avere coscienza di ciò che ad esso avrebbe seguito, partendo dalle prime sperimentazioni Jazz di Digital Devil Saga e Catherine fino ad arrivare, naturalmente, alla serie Persona che ha consacrato Meguro nell'Olimpo dei migliori compositori di tutti i tempi.
La colonna sonora di Metaphor: ReFantazio mi ha sconvolto. Il termine "sconvolgimento" non è assolutamente un'esagerazione: questa è infatti l'unica reazione possibile da parte di chiunque conosca il percorso musicale dell'autore, che con la sua ultima opera ha deciso di gettare alle ortiche tutto il proprio "sound" precedente, creando qualcosa di realmente unico e diverso da tutto ciò che si è avuto modo di ascoltare finora, senza per questo rinunciare ad un accurata descrizione di umori ed ambienti presenti nell'eccezionale titolo ATLUS.
Non bisogna mai dimenticare che l'evoluzione di un musicista, anche nell'ambito delle colonne sonore da videogame, è anche una vicenda umana, fatta di sperimentazioni, delusioni, cambi repentini ed enormi successi. Metaphor: ReFantazio rappresenta il coronamento di anni di evoluzione e stratificazione del JRPG a turni. La sua OST è anch'essa il coronamento di un percorso: quello più intimo ed umano di un musicista che è riuscito a rinnegarsi e rinascere infinite volte, lottando con innumerevoli limitazioni hardware e diventando uno dei compositori più eclettici della storia dei videogame
LA STANZA DI VELLUTO
Non è ovviamente questa la sede adatta per discutere l'intero percorso musicale di Shoji Meguro, che meriterebbe sicuramente un approfondimento a parte. Tuttavia, ritengo fondamentale parlare di alcuni dei temi principali della sua opera di musicista che possiedono una controparte nell'universo di Metaphor. "Velvet Room", un pezzo che più tardi verrà rinominato "Aria of the soul", è stato il primo pezzo composto da Meguro in ATLUS ed è sicuramente impresso nella mente di tutti i fan della serie Persona. Si tratta infatti del tema che, in ogni capitolo della saga, è possibile ascoltare all'interno della stanza di Velluto, e si tratta probabilmente del tema più rappresentativo dell'intera saga.
Un brano con cui il compositore giapponese ha sempre avuto un rapporto di amore-odio e che non è riuscito a portare al suo pieno potenziale nelle sue prime iterazioni proprio per le limitazioni hardware della prima PlayStation. Nella sua prima versione, "Velvet Room" prevedeva il campionamento della voce di una vera cantante lirica, ma la compressione necessaria per poterla inserire nei limitati CD-Rom della PSX non è mai riuscita a soddisfare il compositore, che si sentiva quasi stritolato dai compromessi necessari ad ottenere un "peso" in kilobytes accettabile
La traccia originale prevedeva solo la presenza del pianoforte e di una voce, ma nonostante i limiti hardware delle console siano ormai da tempo superati, la struttura del pezzo è rimasta inalterata poiché diventata simbolo del mondo interiore del protagonista, in una sorta di iperuranio staccato dalla realtà e guidato, appunto, da una sola linea melodica che ne restituisce la natura eterea e sognante. Anche il corrispettivo in Metaphor, "Ode to Heroes", descrive la permanenza del protagonista all'interno di ciò che in tutto e per tutto si può considerare l'equivalente della Stanza di Velluto della serie Persona: l'Akademeia, una stanza isolata dallo spazio e dal tempo in cui riflettere sul proprio cammino e scoprire lentamente il proprio percorso. L'intera prima parte del brano, con il solo pianoforte ad accompagnare la voce "bianca" del giovane cantante.
Ode to Heroes rimane probabilmente l'unico tema, all'interno della colonna sonora dell'ultima fatica ATLUS, in grado di creare un parallelo con la sua opera precedente, e non è un caso che sia un richiamo proprio al primo pezzo scritto dal compositore. Nonostante le somiglianze, tuttavia, la parte centrale di questa nuova composizione contiene un importante riferimento alla natura "politica" della trama di Metaphor, con un incedere che ricorda per certi versi un inno nazionale ed una molteplicità di voci che accompagnano la voce bianca solitaria della prima parte e che rispecchiano i consensi che il protagonista si troverà progressivamente ad ottenere durante il corso delle vicende di gioco.
LA SPERIMENTAZIONE VOCALE IN MEGURO
Nonostante la colonna sonora di Metaphor costituisca un'importante e radicale rottura con tutto ciò che lo ha preceduto, è di fondamentale importanza tracciare una ideale linea che unisca le precedenti opere di Meguro a quest'ultima, cercando una logica che riesca al contempo a descrivere l'evoluzione del "Meguro Sound" e storicizzarla nel modo giusto. Uno degli aspetti principali del prolifico musicista è la sperimentazione vocale, sempre in costante evoluzione ed in lotta con le limitazioni dell'epoca. Facciamo un piccolo passo indietro, tornando all'epoca PS2 e a Shin Megami Tensei III: Nocturne, forse il primo titolo in cui Shoji Meguro ha potuto finalmente osare senza essere limitato dal formato CD-ROM. Uno degli aspetti decisamente più interessanti e funzionali alla nostra analisi sono i temi di battaglia, che accompagnano i difficili combattimenti a turni del fratello maggiore di Persona.
Tra le sperimentazioni soft jazz di "Normal Battle – Town" e il graffio rock tipico degli altri temi, riscontriamo uno degli elementi più distintivi e riconoscibili dell'intera colonna sonora: il demone "text to speech" dell'iconico "Fierce Battle", conosciuto da molti come "One More God Rejected". È importante sottolineare in questa sede quanto ogni opera di Meguro sia strettamente legata al materiale ludico che va a musicare, sintetizzandone in maniera precisa i temi. Per questa composizione Meguro utilizzerà infatti delle frasi del libro dell'Apocalisse di Giovanni, assolutamente in linea con i temi di Nocturne, recitate per l'occasione da un "text-to-speech" chiamato "Albert" presente nel sistema operativo MacOS, distorto opportunamente per avere un sound più minaccioso e demoniaco.
Un vero e proprio colpo di genio che unisce religione e mondo digitale, perfetto nel contesto ludico di un titolo in cui si evocano demoni attraverso un network cibernetico. Nonostante si tratti dell'applicazione più conosciuta di questa tecnica, l'utilizzo di questo text to speech all'interno della musica di Meguro è nato nel dimenticato Maken X (2001) per il compianto Dreamcast
Nonostante il cambio repentino verso un sound più "tradizionale" e pop della serie Persona, indice dell'estrema versatilità del compositore, ritroviamo un'altra sperimentazione vocale molto importante nel tema "Changing Seasons". Sembrerà assurdo, ma la parte vocale di questo brano musicale è costituita da una singola nota presente in un CD dimostrativo, alterata digitalmente e "fatta cantare" per coprire l'intera estensione del pezzo, ed accompagnata da un altro coro fatto di "sampling" digitali, cui si aggiungerà il tipico stile "groovy" e jazzistico del basso elettrico "Meguriano" (permettetemi il neologismo) che caratterizzerà l'intera serie Persona e diventerà uno dei tratti distintivi della musica di Shoji Meguro.
L'utilizzo della voce nei titoli ATLUS caratterizzerà tutti i capitoli successivi della celebre saga, impiegando voci femminili con diverse estensioni e caratteristiche che esemplificassero in maniera efficace le tematiche dei giochi. Dalla graffiante Yumi Kawamura passando per i toni decisamente più innocenti e chiari di Shihoko Hirata si giunge infine all'eccezionale e tecnicissima Lyn Inaizumi, perfetta nel mettere in musica quell'acid jazz che per Meguro rappresenta lo spirito di ribellione della gioventù in Persona 5.
Dopo questa doverosa parentesi, che sintetizza in maniera estrema solo uno dei molteplici aspetti delle colonne sonore ATLUS, giungiamo quindi ad uno dei temi più iconici di Metaphor: ReFantazio che ha riempito YouTube di reaction entusiaste di content creator più o meno competenti: "Warriors in Valour", l'iconico tema di combattimento.
MONACI ED ESPERANTO
Con questo tema, colonna portante dell'intera esperienza sonora di Metaphor, Meguro torna alle origini della sua sperimentazione vocale. Nonostante si tratti di un brano sicuramente gradevole all'ascolto, è proprio scavando in profondità che si possono cogliere gli aspetti più sconvolgenti dell'opera, capace di sintetizzare in pochi minuti di musica mondi apparentemente distanti ed esperienze sonore radicalmente diverse.
L'introduzione, completamente orchestrale, è completamente nuova in Meguro che, nonostante abbia esplorato ambienti musicali diversi tra loro, non era mai approdato ad un sound così "classico" da JRPG tradizionale, affine a colonne sonore che hanno fatto la storia del medium come Fire Emblem o Final Fantasy. Ma ciò che accadrà dopo ha dell'incredibile. Tornando al mondo della religione come aveva già fatto in Nocturne, Meguro decide di unire Oriente e Occidente attraverso l'utilizzo di due elementi fondanti.
Per il primo si servirà del talento di un monaco buddista e musicista nu-jazz: Keisuke Honryo della band "Nam Jazz Experiment", che reciterà delle "sutra" (canti religiosi tipici buddisti) in lingua Esperanto. L'elemento "sutra" andrà a costituire il lato religioso orientale di questa composizione. L'Esperanto merita una menzione a parte: si tratta infatti di una lingua che in origine avrebbe dovuto essere abbastanza semplice da essere parlata nel mondo intero, permettendo a tutti gli esseri umani di capirsi tra loro. Questo aspetto si sposa perfettamente con i temi di unificazione e superamento delle diversità presenti in ReFantazio. Basti pensare a quante volte, durante la parte narrativa del titolo, viene sottolineata la presenza di avventurieri di diverse "razze" all'interno del party del protagonista, unificate sotto un unico vessillo ed in grado di combattere per uno stesso ideale. Ma le sorprese non sono finite. Poco dopo, all'interno del brano, verrà presentata una intensa parte corale, che andrà a rappresentare il lato "Occidentale" della religione. Poiché il coro è una delle forme preferite per i canti religiosi occidentali, Meguro ha deciso di utilizzare la forma corale come elemento identificativo dell'Occidente da contrapporre alle "Sutra" buddiste, il tutto in un unico pezzo. Alla luce di questa analisi è semplicissimo capire la genialità di questo brano, che con efficacia riesce a riunire esperienze musicali radicalmente diverse e utilizzare un linguaggio che in origine avrebbe dovuto unificare i popoli. Non si tratta assolutamente di aspetti immediatamente riconoscibili e orecchiabili come il ritmo groovy della serie Persona, ma questo non li rende meno importanti
STRETTE DI MANO MUSICALI
Come già detto in precedenza, uno degli aspetti più stranianti della colonna sonora di Metaphor, se rapportata all'opera di Meguro, è il netto stacco con ogni altra sua produzione. Coerentemente con l'universo fantasy del titolo, il compositore nipponico imbastisce un universo musicale più tradizionale, classico e tipico dell'universo JRPG, nonostante decida di farlo alla propria maniera: bizzarra e sui generis. Non era mai capitato, prima d'ora, di vedere il musicista alle prese con formazioni orchestrali, brani sinfonici e strumenti "analogici" in gran quantità.
L'utilizzo di questi stilemi musicali non è casuale: il titolo è pieno di riferimenti e strizzate d'occhio ad alcune delle principali icone del genere JRPG, e soprattutto riferimenti importanti ad altri titoli ATLUS presenti e passati. Basti pensare ai nomi inglesi di alcuni "job" presenti nel titolo: "Persona Master" e "Devil Summoner" o al nome "Honeybee Inn" dato alla locanda che ospita il protagonista nelle prime fasi del gioco.
A livello musicale voglio citare due eclatanti esempi. Il tema "Nord Forest Trail", ascoltabile durante numerose missioni di gioco, è un chiaro riferimento a "Those Who Fight", iconico brano che accompagnava i combattimenti di Final Fantasy VII, con cui condivide l'intera parte ritmica. Si tratta di una somiglianza così marcata da essere tranquillamente identificabile come citazione.
Ma la palma come miglior easter egg del gioco è sicuramente destinata al tema "The Lost City", destinato ad una delle zone di maggior impatto del gioco e su cui non voglio dilungarmi troppo per evitare spoiler. A livello di gameplay, la zona in questione condivide l'intera mappa con un altro grande titolo del passato: Etrian Odissey. Anche il tema musicale utilizzato è una reinterpretazione dello stesso brano utilizzato nel vecchio JRPG Made in Atlus, e traccia un parallelo tra due giganti della musica da videogame giapponese: Shoji Meguro e Yuzo Koshiro, già compositore del leggendario Streets of Rage, che ha curato anche la colonna sonora del già citato Etrian Odissey. Vedere Meguro reinterpretare il materiale musicale di Koshiro, citando contemporaneamente un altro importantissimo JRPG della casa madre di Metaphor, è stato uno degli highlights musicali di questo 2024 videoludico.
In definitiva, la colonna sonora di Metaphor: ReFantazio non è certamente la più immediata da ascoltare, ma si tratta davvero di una gemma di rara bellezza, che riesce a mostrarsi all'ascoltatore più attento in tutta la sua genialità, ricca di cross reference ad altri universi musicali ma anche pregna di significato filosofico e culturale. Un'unione di stili, esperienze e culture che sicuramente rende giustizia ai temi portanti del gioco, e che porterò nel mio cuore di musicista per tutta la vita.
Pubblicato il: 17/12/2024
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