METROID PRIME 4, SWITCH 2 E PREMESSE DI CROSS-GEN
E quindi Metroid Prime 4: Beyond al lancio di Switch 2, ormai è evidente. È una convinzione che nasce dalla pura logica, dopotutto. Quello che diventerà il primo episodio inedito della serie 3D di Metroid dal 2007, verrà pubblicato nel 2025: otto anni dopo l’annuncio dell’esistenza del progetto. Il 2025 è anche l’anno in cui la console che succederà allo Switch si caricherà finalmente tutte le sue responsabilità sulle spalle e riempirà gli scaffali dei principali mercati. Uno più uno fa quattro: quindi Metroid Prime 4: Beyond nel 2025 su Switch 2.
Di consolidato dai fatti, tra tutto quanto appena scritto, c’è solo la data prevista per la pubblicazione del gioco di Samus Aran, tutto il resto è speculazione purissima. A partire dal nome della console naturalmente (che però ci serve per non annegare in formulazioni soporifere come: “la console che succederà allo Switch”), passando per il suo supposto debutto entro il prossimo anno (Nintendo si è limitata a confermare che ne parlerà entro il marzo del 2025) e chiudendo con il fare coincidere i due momenti: i day one dello Switch 2 e di Metroid Prime 4: Beyond.
COME ESALTARE METROID PRIME 4: BEYOND
Come si è arrivati alla formula che porterebbe al risultato sperato dai fan di Aran? Volendola tagliare un po’ con l’accetta, la questione potrebbe essere risolta con il caro, vecchio, wishful thinking. Insomma, si spera che Metroid Prime 4 possa smarcare i limiti tecnici dello Switch che già conosciamo, facendosi invece spingere dalle risorse più nutrite di quello che verrà. Ha senso supporre che Nintendo non vorrebbe, o dovrebbe, “sprecare” i risultati di così tanti anni di sviluppo, e di un’attesa ancora più lunga in linea generale (Metroid Prime 3: Corruption è del 2007, come detto, e Metroid: Other M, 2010, fa storia a sé), assicurando al gioco il miglior palcoscenico tecnologico possibile. Ma è un’idea che merita di essere messa in discussione.
È di certo vero che, nelle generazioni del GameCube e del Wii, Metroid Prime si è fatto apprezzare anche per una sontuosa impalcatura visiva, mettendo in mostra una ricercatezza per gli effetti visivi non comune per i giochi realizzati da Nintendo. I giochi di Mario hanno saputo trovare in più occasioni dei loro vestiti su misura che sono andati oltre la necessità di un grande “spreco” di energie, fin da Super Mario World (1990) e pur con la notevolissima eccezione di Super Mario 64 (1996). In mezzo c’è The Legend of Zelda, che ha saltellato da una all’altra tra le due interpretazioni proposte qua sopra: più stile o più muscoli e a volte sia l’uno che gli altri.
Il pensiero che Metroid Prime 4: Beyond necessiti in maniera quasi inevitabile, come per un’investitura ereditata dalla sua storia, di quanta più tecnologia sia possibile dargli a supporto, ha una sua logica. Che porterebbe alla convinzione dello spostamento su Switch 2. O forse al passaggio a progetto cross-gen? Quest’ultima configurazione avrebbe più senso, perché consentirebbe a Nintendo di affrontare la vera questione che ha caratterizzato qualsiasi videogioco a marchio Metroid negli ultimi venticinque anni almeno: le vendite tutt’altro che esaltanti.
IL PROBLEMA DELLA CLASSIFICA
Sì, perché tutte le questioni alzate finora non possono prescindere dal ricordarsi che Metroid non vende e non ha mai venduto. Tanto più da quando Nintendo ha premuto il piede sull’acceleratore e ha investito le avventure di Aran e della Federazione Galattica del ruolo di concorrente nel sempre più agguerrito settore degli sparatutto in prima persona, con Metroid Prime (2002). Un’evoluzione della serie che è coincisa con investimenti di certo impegnativi. Metroid Prime ha ripagato in visibilità, intendendo con questo che ha consolidato e addirittura rilanciato la reputazione del marchio, eppure ha messo assieme numeri insulsi se paragonati a quelli dei giochi più venduti di Nintendo (e pure a quelli della concorrenza). Anzi, di quasi ogni serie di medio o esteso successo di Nintendo.
A oggi il picco di riscontro nel pubblico si è avuto con Metroid Dread (2021), che grazie allo sterminato pubblico dello Switch è finito nelle case di tre milioni di persone: all’incirca lo stesso risultato di cui può bearsi Super Luigi U. per Wii U (2013). Si può a ragione dire che Metroid esista non tanto per soddisfare gli azionisti di Nintendo sul breve periodo, quanto più per lucidare il nome del gigante giapponese: è un marchio che, qualche volta, ha fatto da portabandiera, che ha indirizzato verso Kyoto parole d’amore della critica di tutto il mondo, oltre a qualche dozzina di premi e riconoscimenti di varia natura. La serie di Metroid ripaga in questo modo e non con carrettate di copie vendute.
INCROCIO GENERAZIONALE
Per farsi trasportare dall’effetto trascinante di cui ha già goduto Dread, Metroid Prime 4: Beyond dovrebbe quindi essere pubblicato per forza di cose sullo Switch che già abbiamo. Ma dovrebbe anche issarsi sulle gambe più muscolose del futuro Switch 2 per rendere onore all’interpretazione muscolare che Retro Studios ha sempre dato della serie. L’unico modo per ottenere entrambe le cose è passare alla configurazione cross-gen, chiaramente. Una strada che, però, Nintendo ha imboccato in casi più unici che rari. Non è nella sua tradizione sovrapporre le uscite nel passaggio generazionale e, solitamente, la fase di consegna del testimone da una console all’altra è molto breve, con il grosso della produzione interna agli studi di Nintendo che viene già dirottato verso il futuro entro i primissimi mesi di disponibilità del nuovo hardware da gioco. In questo senso Nintendo si muove in maniera quasi diametralmente opposta a Sony e Microsoft, che soprattutto nelle ultime due generazioni hanno diluito sempre più i tempi e intorbidito i confini tra vecchio e nuovo.
I casi di videogiochi cross-gen di Nintendo sono talmente rari, da rendere inutile provare ad analizzarli per capire cosa potrebbe accadere con Metroid Prime 4: Beyond. Quelli che vengono in mente senza difficoltà sono gli episodi di The Legend of Zelda: Twilight Princess e The Legend of Zelda: Breath of the Wild. Il primo si era fatto attendere così a lungo sul GameCube, che poi è finito nella line up di lancio del Wii nel 2006 (senza però scordarsi delle sue origini). Con il secondo la storia si è ripetuta, questa volta tirando in mezzo il Wii U e lo Switch. Cominciamo con l’ammettere che il passaggio alla generazione successiva di entrambi i giochi, non ha garantito chissà quale salto tecnologico. The Legend of Zelda: Breath of the Wild ha potuto contare su un frame rate più solido e su un’immagine forse, quasi, appena vagamente più definita su Switch. Non mi ricordo evidentissime migliorie visive nel caso di Twilight Princess, nulla che sottolineasse con forza il passaggio generazionale.
Delle due avventure di Link e Zelda, nessuna mi sembra adatta alle condizioni in cui si trova Metroid Prime 4: Beyond, in primis perché tutta la situazione è drasticamente differente. Studiare il passato per provare a ipotizzare il passaggio di Metroid Prime 4: Beyond anche alla nuova console di Nintendo, e addirittura tra i giochi disponibili al lancio, è molto complicato. Pur con quarant’anni di attività nel settore, l’attuale posizione di mercato trova Nintendo in una situazione inedita. I più grandi successi in ambito casalingo di Nintendo sono stati il Nintendo Entertainment System negli anni ‘80 e il Wii all’inizio di questo secolo.
FOR THAT BEAUTIFUL FEELING
Il mercato degli anni ’80 era francamente troppo lontano da quello attuale per poterci dire qualcosa di costruttivo oggi. Quando pure Nintendo si trovò a dover dare un seguito al NES, ebbe a che fare con la concorrenza del Mega Drive di Sega, che poteva contare su circa due anni di presenza solitaria nella generazione di console a 16 bit (che aveva di fatto tenuto a battesimo alla fine del 1988). Il Super Nintendo Entertainment System venne lanciato al termine del 1990 e tagliò velocemente i ponti con il passato.
Meglio allora focalizzarsi sul Wii, che con oltre cento milioni di unità vendute e condizioni di mercato sicuramente più vicine a quelle attuali, ha più frecce al suo arco. Il che non toglie che lo Switch sia fatto di tutt’altra pasta rispetto a Wii. La console bianca del telecomando e delle rivoluzioni esaurì tutto sommato velocemente la sua spinta e il fascino sbiadì nel giro di poche stagioni, con Nintendo che non si dimostrò sufficientemente reattiva nel proporre qualcosa di nuovo. I numeri registrati dallo Switch nell’ultimo anno fiscale, quello che si è chiuso a marzo del 2024, mostrano vendite software nel mondo pari a 199 milioni di unità e per i dodici mesi successivi Nintendo prevede di venderne altri 165 milioni. Sono numeri sovrapponibili a quelli di Wii negli anni fiscali 2010 (191 milioni) e 2011 (171 milioni). La differenza è che lo Switch li ha ottenuti al sesto e settimo anno sul mercato e il Wii al quarto e quinto. Spostiamoci verso il Nintendo DS, altra colonna portante della storia di Nintendo. Al suo sesto e settimo anno, quindi 2010 e 2011, il Nintendo DS registrò la vendita di 151 e 121 milioni di giochi: ben al di sotto di Switch e con il 3DS già disponibile da alcune settimane alla fine dell’anno fiscale 2011.
Il punto è che Nintendo lancerà la sua nuova console quando quella già disponibile sta ancora facendo più che bene grazie a una base installata sterminata (a tanto così dal record assoluto di PlayStation 2) e con un pubblico che è abituato a comprare di tutto. Dev’essere davvero molto frustrante trovarsi nella situazione di dover per forza di cose organizzare un passaggio di consegne, uno in cui il rischio è di avere tutto da perdere e nulla da guadagnare. Ma questo è un limite congenito nell’attuale interpretazione della materia “console per videogiochi”. La posizione inedita di Nintendo complica quindi la lettura delle mosse che farà, anche in relazione a Metroid Prime 4: Beyond e al lancio dello Switch 2.
Quanto detto per i due Zelda cross-gen, però, ci dovrebbe già chiarire che molto difficilmente l’eventuale estensione di Metroid Prime 4: Beyond anche alla prossima generazione gli garantirebbe chissà quale vestito next-gen. E la trasformazione in un gioco esclusivo alla prossima generazione mi pare da escludere per le vendite risicate a cui la serie ha l’abbonamento fisso da decenni. Riassunto: se quanto avete visto di Metroid Prime 4 nel trailer dell’ultimo Nintendo Direct vi ha deluso, mi sento di poter dire che le cose non cambieranno molto quando avrete il gioco in mano.
QUESTIONI DI CATEGORIE
Rimane la seconda parte del discorso: anche volendo dare per buona la sua supposta dimensione cross-gen, è credibile che Metroid Prime 4: Beyond accompagni il prossimo Switch al suo lancio? Quanto appena detto sul magro profilo delle vendite spinge come minimo a mettere la serie in una seconda fascia, quella a cui non appartengono le potenziali “killer app”, i giochi che vendono da solo un hardware e che smuovono le masse. The Legend of Zelda: Breath of the Wild è stato una killer app, peraltro pure una delle poche sperimentate nelle ultime generazioni di console in senso ampissimo, così come lo è stato Mario Kart 8 Deluxe, lanciato pochi mesi dopo la commercializzazione dello Switch nel 2017. Se pure Metroid Prime 4: Beyond si rivelasse talmente riuscito da generare lo stesso impatto di Metroid Prime nel 2002, probabilmente non sarebbe di grande aiuto nel promuovere la nuova console. Il gioco in sviluppo presso Retro Studios non ha nel DNA i tratti del trascinatore.
C’è ancora una possibilità, però. Non tutte le line up di lancio sono composte da giochi first party verso cui lo stesso editore, in primis, ripone speranze di enormi successi. Nella storia di Nintendo ci sono stati i Pilotwings 64 ad accompagnare i Super Mario 64, i Wave Race Bluestorm a lasciare i riflettori ai Luigi’s Mansion, i Nintendoland a seguire i New Super Mario Bros. U, un passo indietro. Ci sono i primi della classe e poi anche gli altri. Ma Metroid Prime 4: Beyond potrebbe diventare un “secondo”? È il tipo di gioco, e di produzione, che ha senso posizionare subito nell’ombra di un altro gioco, lanciato nello stesso giorno, che è già previsto che faccia meglio di lui? Se per il lancio del prossimo Switch Nintendo decidesse per un posizionamento di questo tipo, mi sorprenderebbe moltissimo. Il nuovo Metroid Prime merita tutti i riflettori e li merita perché la sua esistenza ha questo unico senso: non quello di strapazzare le classifiche di vendita, ma di far vedere quanto è brava Nintendo a fare quello che fa (quando lo fa).
Se il lancio della prossima console di Nintendo sarà ancora organizzato attorno a un gioco di enorme richiamo e a uno o due nomi di accompagnamento, allora non penso che vedremo Metroid Prime 4: Beyond sugli scaffali fin dal primo giorno. Il che lascia molteplici spazi e infinite congetture: chi ci sarà? Cosa ci verrà offerto se non Metroid Prime 4: Beyond? Intanto metto le mani avanti e dico che la mia scelta ricade sempre su un’esperienza di gioco nuova, un mondo mai visto prima, un’IP inedita. È successo con Arms al lancio di Switch e purtroppo ha funzionato fino a un certo punto, ma lo rifarei.
TITOLARI E RISERVE DI LUSSO
Poi, però, ci sono da fare tutti i conti del caso con gli altri pesi massimi e medi. Non voglio farla così lunga, per me il posto d’onore sarà probabilmente riservato a una tra due espressioni del Regno dei Funghi (o affini): il nuovo gioco in 3D di Mario o il nuovo Mario Kart. Ci sono tutte le premesse perché entrambi i progetti siano ormai in fase avanzata di sviluppo. Non si vede un gioco d’azione in 3D di Mario da Super Mario Odyssey (2017) e dopo l’ottimo Super Mario Bros. Wonder (2023) l’alternanza porta a pensare all’unico esito possibile: un nuovo gioco di Mario in 3D al lancio di una console di Nintendo, il primo dopo Super Mario 64 (1996). Il futuro Mario Kart potrebbe essere in sviluppo attivo addirittura dal 2014, l’anno in cui venne pubblicato Mario Kart 8 per Wii U, poi riproposto su Switch ed espanso enormemente negli ultimi due anni. La compresenza di entrambi al lancio è quasi impossibile, finirebbero per cannibalizzarsi, ma uno dei due me lo aspetto. O comunque lo ritengo più probabile di qualsiasi altro grande nome che Nintendo potrebbe giocarsi per il lancio di Switch 2.
Ora serve un nome per un comprimario. Passando in rassegna le decine e decine di serie, di nomi, di marchi, di IP a cui i vari studi di Nintendo possono attingere, alcuni, per tempi e opportunità, si prestano a essere gettati nella mischia del lancio del prossimo Switch. Star Fox è fermo al complicato esperimento di Star Fox Zero su Wii U (2016) e se non farà parte del lotto di lancio (Nintendo potrebbe ritenerlo troppo prezioso per giocarsela come seconda carta), sono pronto a scommettere sulla sua presenza entro i primi 6/10 mesi di vita della console. Un nuovo Animal Crossing potrebbe tranquillamente atterrare a ridosso del periodo di avvio della vita di Switch 2. Animal Crossing: New Horizons è di certo la storia più significativa dello Switch, assieme a quella di The Legend of Zelda: Breath of the Wild. Sono le due serie che sono cresciute in maniera più imprevista ed esplosiva rispetto al loro passato. Per la natura del suo stile di gioco, Animal Crossing potrebbe affiancare un’altra esperienza più tradizionale senza rischiare di finire stritolato e puntando sul lungo e lunghissimo periodo per totalizzare altre milionate di unità vendute.
Tra le possibili sorprese del(la finestra di) lancio non è da escludere un nuovo Fire Emblem, la cui ultima pubblicazione è solo del 2023, ma che ha dimostrato di potere fare bene e di necessitare di cicli di sviluppo di circa tre/quattro anni: all’inizio del 2026 ne saranno passati tre dall’ultimo Engage. Più facile ancora che si faccia vedere una nuova avventura di Yoshi, tutta uova e piattaforme. Il precedente Yoshi’s Crafted World è del 2019 e l’unico ostacolo è rappresentato dal recente impegno del team di sviluppo Good-Feel (responsabile degli ultimi due giochi dedicati al sauro) su Princess Peach Showtime!, ma non è da escludere che possa essere stato affidato ad altri.
MI GIOCO PILOTWINGS IN OVER
Le sorprese assolute potrebbero essere quasi innumerevoli e in testa ci sono quei giochi un po’ particolari che, da quasi vent’anni, scendono in campo con le nuove console di Nintendo. A volte in una posizione a volte defilata e altre volte no. Wii Sports è stato il Wii, prima ancora che il gioco per Wii per eccellenza. Poi c’è stato il già citato Nintendoland per Wii U, ma anche 1-2-Switch nel 2017. Ecco, messe da parte queste stramberie impossibili da anticipare, voglio lasciar galoppare la fantasia e anche giocare d’azzardo: i tempi sono maturi per un ritorno del già citato Pilotwings e anche di Punch-Out!!. Sono due serie che potrebbero trovarsi un posto in seconda fila, senza infastidire troppo quelli con la poltroncina riservata e comunque facendo il loro onesto mestiere (che non è quello di trainare le vendite, ma di arricchire il menu).
Tutto quanto detto fino a questo punto andrebbe però rivisto in ottica Switch. Con oltre centoquaranta milioni di console nel mondo, è davvero possibile che Nintendo voglia mantenere la tradizione che esclude totalmente un periodo di produzioni cross-gen? Un nuovo gioco di Yoshi, quello Star Fox a cui ho fatto riferimento, un possibile Animal Crossing 2025 sarebbero davvero a esclusivo appannaggio della nuova console e dei suoi nuovi clienti? E quel Pokémon Legends A-Z già previsto per il 2025, alla fine dove verrà giocato? Attraverso quante generazioni di console? Siamo alla viglia di un passaggio generazionale come mai Nintendo ne ha vissuti prima e tutto è possibile. A questo punto escludere una fase anche piuttosto estesa di produzioni cross-gen per nomi di prima e seconda fascia di Nintendo, mi pare molto rischioso perché poco sensato.
Pubblicato il: 08/07/2024
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