SONO STANCO, CAPO

L'ennesima conferenza made in Keighley avara di emozioni, la comunicazione confusa di Microsoft e l'immobilismo di un settore sempre più impantanato

Se mi puntassero una pistola alla testa e mi chiedessero di indicare il momento che ho preferito di questa Opening Night Live 2024 non avrei dubbi e punterei tutto sull’ annuncio di Secret Level. Che è una serie tv antologica prodotta da Amazon dedicata a vari franchise videoludici come Armored Core, God of War, Pac-Man e Spelunky. Non è normale che all’interno di una delle conferenze formalmente più importanti per quanto riguarda la comunicazione del gaming uno dei momenti clou sia relativo all’ annuncio di una serie tv. Intendiamoci: è bellissimo vedere come il videogioco come prodotto culturale sia cresciuto al punto da generare icone “riutilizzabili” all’interno di un prodotto di questo tipo, soprattutto se si guarda alla lista delle IP presenti al suo interno, però è un po’... svilente?

Non è certo una novità, dopotutto non ho mai fatto mistero del fatto che la comunicazione di Geoff Keighley tende spesso e volentieri ad annoiarmi. Ad essere sinceri, però, bisogna anche riconoscere che l’industria sta attraversando un momento di grande stagnazione e che anche questo tipo di eventi finisce irrimediabilmente per soffrirne. In generale, però, la ONL è stata particolarmente priva di frizzantezza, affossata da un ritmo mai insostenibile ma evidentemente compassato ed ha evidenziato il solito problema di gestione degli spazi pubblicitari all’interno della presentazione che spesso finiscono per confondersi tra le presentazioni effettive senza mai essere indicati chiaramente. Sia chiaro: qualche sussulto interessante c’è stato anche tra gli annunci videoludici. Nello specifico è stato interessante vedere la massiccia presenza di 2K, che ha aperto e chiuso la conferenza con Borderlands 4 e Mafia - The Old Country, inframmezzati dal nuovo capitolo di Civilization. Bene (anzi benissimo) il trailer di Reanimal di Tarsier Studio, che si è trovata a condividere il palco con quella stessa Supermassive che ha ereditato la direzione di Little Nightmares III dopo lo scisma con Bandai Namco; da un lato si è visto un team che ha cercato in tutti i modi di ricalcare ed evolvere la formula che ha creato anni fa, mentre dall’altro si è visto uno studio che ha cercato di rimanere più fedele possibile alla filosofia e all’estetica di Little Nightmares, mostrandosi quasi timoroso all’idea di allontanarsi troppo dal sentiero già tracciato. Una giustapposizione che definirei quantomeno curiosa

Per il resto si è navigato placidamente tra un gameplay trailer decisamente corposo di Call of Duty Black Ops 6, la presentazione di una nuova meravigliosa creatura del bestiario di Monster Hunter Wilds e un nuovo sguardo a Kingdom Come Deliverance II; belle conferme, non troppo gameplay e qualche nuova data da segnare sul calendario ma niente per cui strapparsi i capelli. A dir poco pittoresca la comparsata di Peter Moulyneux, che è salito sul palco dopo anni di latitanza per presentare Masters of Albion, che è un progetto incredibilmente fuori dal tempo che ibrida action in terza persona e godgame a la Populous e che non è sembrato particolarmente in forma. È stato abbastanza assurdo trovarsi di fronte ad un director che annuncia orgogliosamente in mondovisione di aver pagato di tasca sua la creazione del team e lo sviluppo del gioco, soprattutto alla luce dei trascorsi “shady” dello stesso Moulyneux (che tra l’altro poco tempo fa aveva raccontato di essere al lavoro su un progetto Web3 che flirtava con NFT e metaversi di cui non si sa fortunatamente più nulla).

L’altro momento degno di nota è stata sicuramente la finestra dedicata a Indiana Jones e l’antico Cerchio, che oltre ad un gameplay trailer (fin troppo striminzito) ha finalmente rivelato al pubblico che verrà pubblicato il 9 Dicembre. La notizia, però, è che la presentazione si è chiusa con l’annuncio a sorpresa della pubblicazione del gioco anche su PlayStation 5 nel corso della primavera 2025. Si tratta dell’ennesimo cambio di paradigma comunicativo da parte di Microsoft, che si è dimostrata ancora una volta in grande difficoltà nel gestire la comunicazione del suo nuovo assetto aziendale. Se la conferenza losangelina dell’azienda di Redmond aveva cercato in tutti i modi di riavvicinare un pubblico stizzito dall’annuncio della pubblicazione di alcuni titoli Xbox anche sulle console concorrenti di Sony stregandolo con una line up semplicemente incredibile per il 2025, la Opening Night Live ha rimesso in discussione la solidità dell’immagine di Microsoft. Dopo le rassicurazioni di gennaio, in cui Phil Spencer assicurava alla sua platea digitale che né Starfield Indiana Jones sarebbero stati coinvolti nella prima fase di transizione verso il publishing su PlayStation delle IP di Xbox arriva quindi la conferma di una notizia che era francamente nell’aria: Indiana Jones arriverà anche sul catafalco bianco di Sony, e questo continuo andirivieni di informazioni frammentarie racconta perfettamente le difficoltà di un’azienda che sta facendo i conti con un cambio di rotta che definire enormemente impattante sarebbe un eufemismo.

A mancare del tutto però sono state di sicuro le emozioni. La Opening Night Live ha mostrato tutte le deboleze di un settore che è in grandissima difficoltà e si è impantanata in una fase paludosa della sua storia recente, come testimonia il fatto che per l’ennesima volta Keighley ha tenuto in ostaggio il pubblico per più di due ore per una conferenza che sarebbe potuta tranquillamente durare anche solo la metà del tempo senza venire necessariamente infarcita di riempitivi e pubblicità invasive. Resta il fatto che la sostanza è sempre meno, ed è un problema: amo questi appuntamenti di comunicazione proprio perché sono cresciuto col mito delle grandi convention e del loro potere di riunire attorno allo stesso fuoco migliaia di persone esaltate dall’ idea di futuro che gli veniva raccontata e venduta dai player del settore. È sempre più sfiancante ritrovarsi di fronte ad eventi giganteschi che si dimenticano nel momento esatto in cui termina la diretta, e sarebbe il caso che Keighley se ne rendesse conto e agisse di conseguenza.

Please wrap it up, Geoff.

Pubblicato il: 21/08/2024

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5 commenti

Mi sembra che la parte riguardante Microsoft e Xbox non sia del tutto obbiettiva.

La cosa migliore della conferenza l'ho scoperta dopo la sua fine: a quanto pare Masters of Albion riprende diversi asset proprio dal vecchio progetto NFT-based di Molyneux, Legacy. Guardando i trailer si possono evincere alcuni elementi in comune lat …Altro... La cosa migliore della conferenza l'ho scoperta dopo la sua fine: a quanto pare Masters of Albion riprende diversi asset proprio dal vecchio progetto NFT-based di Molyneux, Legacy. Guardando i trailer si possono evincere alcuni elementi in comune lato gameplay (anche se ovviamente Legacy è ancora più brutto e rudimentale).

L'unico trailer che ho guardato è stato proprio quello dedicato alla serie TV.
Del resto, per ragioni che non so spiegare, non trovo nessun tipo di interesse.

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