RADAR

I VIDEOGIOCHI INDIE PIÙ INTERESSANTI DI SETTEMBRE 2024

Agosto si sta chiudendo e questo vuol dire che è tempo di organizzare la nostra lista dei desideri di giochi in uscita a settembre. Come al solito, vi do più che volentieri una mano con Radar, l’appuntamento di FinalRound con l’attualità videoludica indie. C’è tantissimo da dire, perché ci sposteremo da una scuola... “diabolica” a uno spazio virtuale che contiene ben cinquanta videogiochi, passando per una cittadina americana degli anni ’60 e approdando infine in un misterioso mondo neo-noir. 

Accendete il vostro radar: si parte!

Demonschool 

Sviluppatore: Necrosoft Games
Editore: Ysbryd Games
Quando e dove: 13 settembre su PC, PlayStation 4 e 5, Xbox One e Series X/S e Nintendo Switch
Perché dovresti tenerlo d’occhio: Di giorno studenti, di notte cacciatori di demoni!L’università di Demoschool non è un posto qualsiasi. 

Siamo negli anni ’90, e in questo RPG con combattimenti a turni i VHS possono essere infestati da presenze demoniache, e i professori assegnano compiti a casa decisamente particolari. Faye e i suoi compagni vivono su un’isola misteriosa e le loro giornate – scandite da un calendario in stile Persona – si svolgono di mattina tra i banchi di scuola, e di notte sul campo di battaglia, alle prese con demoni e mostri assortiti. L’avventura durerà un semestre, ma la presenza di vari snodi di trama a seconda di come decideremo di sviluppare le relazioni con i compagni garantirà un buon potenziale quanto a rigiocabilità. Sembra che il fattore tempo sarà essenziale in Demonschool, con dialoghi che cambiano a seconda del momento del giorno, personaggi che si sposteranno di luogo in luogo con il passare delle settimane ed eventi attivabili soltanto di mattina, pomeriggio o sera. Dal lato artistico, Demoschool si difende molto bene, con ambientazioni ben tratteggiate e ritratti espressivi in cel-shading dei protagonisti, tutti ben caratterizzati e differenziati tra loro. In base alla demo, anche il sistema di combattimento sembra azzeccato: le arene hanno dimensioni contenute e sono suddivise in celle, e riescono a incoraggiare il pensiero strategico e il coordinamento tra le differenti abilità dei membri del team di Faye. E allora coraggio, ragazzi, perché quei demoni di certo non si sconfiggeranno da soli!

UFO 50 

Sviluppatore: Mossmouth
Editore: Mossmouth
Quando e dove: 18 settembre su PC
Perché dovresti tenerlo d’occhio: Perché comprare un solo videogioco quando se ne possono avere cinquanta tutti assieme? 

Derek Yu e il suo studio, Mossmouth, sono oggetto di un vero e proprio culto nel mondo dello sviluppo indie. Dopo aver dato i natali a quel capolavoro che corrisponde al nome di Spelunky e ad altri ottimi titoli, Yu e soci hanno deciso di fare le cose in grande, mettendosi al lavoro su un videogioco che in realtà non è “un videogioco”. Sì, perché UFO 50 è composto da cinquanta videogiochi, e il team ci tiene a specificare che non si tratta di minigiochi, ma di esperienze complete e, in alcuni casi, anche molto strutturate. I generi toccati sono estremamente vari: si va dagli open world ai giochi sportivi, tutti uniti dalla comune creazione da parte di una compagnia videoludica fittizia degli anni ’80. Ogni gioco è contraddistinto da una palette a trentadue colori unica, e le musiche sono state create per sembrare vere colonne sonore a 8-bit di quarant’anni fa. UFO 50 è un progetto composito anche a livello creativo, perché ciascuno dei giochi presenti ha almeno un director che ha curato in via pressoché esclusiva la creazione del concept e il game design. Al contempo, però, tutti i membri di Mossmouth hanno contribuito in vari modi a ciascun titolo, ibridando e contaminando ognuno dei cinquanta mondi virtuali di UFO 50: ci troviamo davanti a un progetto che risulta interessante non soltanto in quanto tale, ma anche per le modalità con cui è stato creato. Non vedo l’ora di provare questo pot-pourri fuori di testa: ormai manca pochissimo!

Bloomtown: A Different Story 

Sviluppatori: Lazy Bear Games e Different Sense Games
Editore: Twin Sails Interactive
Quando e dove: 24 settembre su PC, PlayStation 4 e 5, Xbox One e Series X/S e Nintendo Switch
Perché dovresti tenerlo d’occhio: Un’avventura che guarda ai GDR giapponesi vecchia scuola, ma che sembra avere un carattere tutto suo 

Emily e Chester sono due bambini arrivati a Bloomtown per trascorrere l’estate nella piccola cittadina d’origine del nonno. Tutto sembra tranquillo e ordinario, ma ben presto eventi misteriosi iniziano a sconvolgere la vita dei suoi abitanti. Pentacoli rossi appaiono in vecchie catapecchie; gli incubi sembrano non rimanere più confinati nella mente di chi sogna; e, soprattutto, i bambini iniziano a scomparire. Emily ha soltanto dodici anni, ma diventerà comunque protagonista di un’avventura decisamente più grande di lei. Come in Demonschool, anche sotto la superficie di Bloomtown: A Different Story sono in azione forze demoniache da combattere per salvare la città, che minaccia di essere risucchiata dall’Underside, regno da cui provengono i demoni che Emily e i suoi amici dovranno fronteggiare. Lo stile dei combattimenti a turni richiama quello di Mario e Luigi: Superstar Saga, e va detto che la pixel art messa in piedi con grande gusto dagli sviluppatori è più che capace di reggere il confronto. Ognuno dei bambini della gang di Emily è contraddistinto da abilità particolari, e nei combattimenti si potranno schierare un massimo di quattro personaggi: l’elemento tattico legato alle sinergie delle abilità andrà gestito con cura per prevalere sulle forze del male. Sono molto curiosa di scoprire come Bloomtown: A Different Story rielaborerà gli stilemi di un genere molto classico e battuto, quale è quello dei GDR in pixel art di ispirazione giapponese con combattimenti a turni. Lo scopriremo tra poche settimane.

Phoenix Springs 

Sviluppatore: Calligram Studio
Editore: Calligram Studio
Quando e dove: 30 settembre su PC
Perché dovresti tenerlo d’occhio: Semplicemente unico da vedere e da giocare 

Dopo aver provato qualche mese fa il prologo di Phoenix Springs, il mio hype nei confronti dell’opera prima di Calligram Studio non ha fatto che aumentare. Sembra che il momento di accompagnare Iris Dormer alla ricerca di suo fratello Leo sia finalmente arrivato: dopo aver fatto incetta di premi e menzioni speciali in una quantità impressionante di rassegne internazionali dedicate ai videogiochi indipendenti, Phoenix Springs sta per raggiungere il suo pubblico. Questa avventura narrativa dal respiro potentemente cinematografico è interamente disegnata a mano ed è stata in sviluppo per ben sette anni. Il team di Calligram Studio è formato da appena tre persone, ma la cura dedicata ai sistemi di gioco, alla scelta dei font, al doppiaggio e al comparto audiovisivo è di quelle che si vedono molto di rado, anche in produzioni ad alto budget. Il mondo di Phoenix Springs è tetro, dominato dai toni del verde scuro, del blu e del giallo. Iris Dormer si muove tra case abbandonate ed edifici pubblici in rovina, alla ricerca disperata di indizi che possano condurla a trovare il suo fratello perduto. L’interfaccia è minimale e permette di tenere traccia di quanto si è appreso, in modo tale da poter riflettere sull’ambiente che ci circonda e porre domande alle persone che incontreremo in questo disperato mondo noir. In qualche modo, la natura a tratti sognante delle atmosfere di gioco e la decadenza che si respira nelle strade mi hanno ricordato Disco Elysium, anche se le meccaniche di Phoenix Springs sono un’evoluzione di quelle dei classici punta-e-clicca. Date un ascolto alla voce di Iris e scoprirete che non riuscirete più a farne a meno.

Pubblicato il: 26/08/2024

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4 commenti

Che bella boccata d'aria fresca questo articolo!
(Per chi fosse interessato alla parte artistica, a mio parere molto interessante, di Demonschool consiglio di recuperare un articolo molto carino di Bryant Francis incentrato solamente sulle scelte di …Altro...
Che bella boccata d'aria fresca questo articolo!
(Per chi fosse interessato alla parte artistica, a mio parere molto interessante, di Demonschool consiglio di recuperare un articolo molto carino di Bryant Francis incentrato solamente sulle scelte di design del titolo).

Tra l’altro Demonschool sembra avere dai trailer una soundtrack veramente assurda. Speriamo bene 🤞

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