SEI CARTOLINE DAI

DAY OF THE DEVS

THE GAME AWARDS 2024 EDITION

In un anno in cui il variegato mondo dei “videogiochi piccini” (che qui su FinalRound tanto amiamo) si è fatto valere alla grandissima – complice una certa scarsità di produzioni tripla A di vero peso – Double Fine Productions e iam8bit sono tornati a farsi sentire con l’edizione TGA del Day of the Devs, lo show che due volte l’anno celebra il mondo dello sviluppo indipendente e dà voce ai dev, chiamati a parlare a un vasto pubblico delle opere che hanno in cantiere. Il Day of the Devs è nato nel 2012, prima dei The Game Awards (che quest’anno hanno festeggiato i primi dieci anni di vita) e hanno contribuito in maniera tutt’altro che marginale a garantire un forte supporto agli sviluppatori, in maniera sempre gratuita. 

Oggi il Day of the Devs opera come una organizzazione non profit e viene supportata da sponsor e donazioni dal basso, incoraggiate dalla loro piena deducibilità fiscale, secondo la legge statunitense, che di contro impone a questo tipo di enti penetranti controlli e obblighi di trasparenza finanziaria. Questo riconoscimento da parte della normativa USA nasce dalla meritevolezza dell’interesse perseguito dall’organizzazione: quello di supportare gli sforzi degli sviluppatori indipendenti di videogiochi. Rispetto allo show di un anno fa, mi sono sfuggite le ragioni della sua collocazione un giorno prima rispetto alla serata dei TGA: l’accorpamento dei due eventi – il Day of the Devs prima, i TGA subito dopo – garantiva, a mio avviso, una migliore visibilità allo show creato da Double Fine Productions e iam8bit. In ogni caso, non sono mancati, come da tradizione, annunci bizzarri da inquadrare nei nostri radar per il prossimo futuro.

KINGMAKERS

L’evento era iniziato tutto sommato da poco e, devo ammetterlo, ho creduto di avere le allucinazioni. Daniel Balasz e Paul e Ian Fisch, comparsi a schermo per presentare il loro gioco, sembravano delle persone tutto sommato normali. E invece no, perché Kingmakers è uno dei titoli più assurdi mai apparsi al Day of the Devs, a mani basse. Il protagonista viaggia indietro di cinquecento anni, fino ad arrivare nell’Inghilterra dell’epoca medievale, per tentare di cambiare il corso di una guerra sanguinosa e salvare l’umanità dall’apocalisse. Per farlo, arriva armato fino ai denti, pronto a sconfiggere con armi contemporanee arcieri, cavalieri e soldati armati di lancia e scudo. Solo che i nemici da affrontare sono un’infinità: nel trailer, colpiva l’azione impeccabile di centinaia e centinaia di unità presenti simultaneamente a schermo, guidate da una intelligenza artificiale di nuova generazione con un albero decisionale a quanto pare estremamente articolato. L’avventura potrà essere affrontata in solitaria, ma di certo Kingmakers sembra essere ingegnerizzato per brillare su Twitch, in particolare in modalità cooperativa, fino a un massimo di quattro giocatori, ciascuno dotato del proprio esercito. L’azione da sparatutto è estremamente caotica – dato il numero ingente di unità coinvolte – ma insomma, a volte c’è bisogno di staccare la testa e di non dedicarsi a qualcosa di troppo concettuale. Ottima l’idea di lanciare Kingmakers in accesso anticipato nella prima parte del prossimo anno: di certo gli sviluppatori potranno giovarsi del feedback del pubblico, data la complessità del prodotto a cui si stanno dedicando.

BLUE PRINCE

Sembra che quest’anno gli sviluppatori coinvolti nel Day of the Devs abbiano fatto a gara per chi ha la voce più ASMR: se non conoscete questo genere di video su YouTube, buttatevi nel vortice del relax il prima possibile. Tonda Ros vince il mio personalissimo premio come Voce Più Rilassante Dell’Anno, e riesce a fare centro anche con il videogioco a cui sta lavorando da parecchi anni. Segnalo, peraltro, che quel geniaccio di Daniel Mullins ha avuto parole di miele per l’opera di Ros. Si tratta di un videogioco che mescola esplorazione e roguelite nelle stanze della magione di Mt. Holly, in cui l’obiettivo è raggiungere la stanza 46. Solo che la planimetria della magione (evidentemente non depositata in catasto) cambia ogni giorno: è il giocatore a decidere se dietro la porta troverà una cappella, una lavanderia o un salotto, selezionando tra una rosa di opzioni a sua disposizione. Nella casa si trovano degli oggetti per affrontare sfide ed enigmi che condizioneranno ulteriormente la configurazione della casa, considerando che ogni alba comporta la cancellazione di tutte le stanze, salvo le migliorie permanenti apportate dal giocatore, che vestirà i panni dell’erede del vecchio proprietario. Stando a Ros, nella magione si nascondono storie di ricatti, intrighi politici e persone scomparse: la tana del Bianconiglio sembra molto, molto profonda, ed è impreziosita da uno stile grafico in cel-shading assolutamente spettacolare.

INCOLATUS: DON'T STOP, GIRLYPOP!

Fiorellini rosa, stelline rosa, un monitor rosa e un cellulare con sopra degli sticker... rosa. Driiiin driiiiin: risponde Jane Fiona, Game Director del Premio Follia di quest’anno – ops, volevo dire di Incolatus: Don’t Stop, Girlypop! (vincitore anche del Premio per il Titolo Più Assurdo, sempre conferito da me medesima). Questo arena shooter arriva dall’Australia con un mix esplosivo di carineria e ultraviolenza in cui le bocche da fuoco sparano... cuori! Non a caso, perché sono alimentate dall’Amore, “la forza naturale che mantiene vivo il nostro pianeta”, come spiega la descrizione del gioco su Steam. Solo che una compagnia mineraria chiamata Tigris Nix vuole distruggere gli ecosistemi per profitto, estraendo Amore a tutto spiano e minacciando il benessere dell’Oasi. “Uccidili con la gentilezza!” è il motto di Incolatus: Don’t Stop, Girlypop!, che a dispetto delle premesse assurde sembra avere tutte le carte in regola per distinguersi nell’affollato panorama degli arena shooter. Mantenersi in movimento è fondamentale, visto e considerato che più si corre, più aumenta il coefficiente di danno, e più il nostro personaggio riesce a curare le ferite subite. Il trailer proiettato nel corso del Day of the Devs mi ha messa in un soave stato di flow solo a guardarlo. Non vedo l’ora di scoprire di più sul folle progetto di Jane Fiona, che è già riuscito a distinguersi in varie rassegne dedicate ai videogiochi indipendenti in corso di sviluppo durante il 2024.

PBJ - THE MUSICAL

“Dimenticatevi di Romeo e Giulietta. PBJ – The Musical racconta una storia ben più dolce... e salata”. Parola di Philipp Stollenmayer, impegnato con Kamibox nello sviluppo di ciò che ho definito “musical-collage ludico”. Suddiviso in atti, il gioco racconta il felice matrimonio di un panino con burro d’arachidi e marmellata, un vero must nella cucina USA. A me non piace tanto la marmellata, quindi non l’ho mai provato, ma devo ammettere che PBJ – The Musical è riuscito ad accendere il mio interesse in questa preparazione solo apparentemente banale. Già, perché per Kamibox l’incontro di questi tre ingredienti è comparabile a una sorta di opera teatrale in musica, suddivisa in atti, e in cui tutti gli elementi visivi sono resi con la tecnica del collage. Il risultato sembra essere assolutamente strabiliante, e le musiche sono state affidate alla surreale Lorraine Bowen, protagonista dell’edizione 2015 di Britain’s Got Talent grazie all’esilarante esibizione con la sua The Crumble Song e per la prima volta coinvolta nella produzione di un videogioco. In questo mondo virtuale in cui tutto è deliziosamente fuori di testa, persino uno snack che non mangerei manco morta riesce a sembrare davvero delizioso e, soprattutto, sembra avere una storia appassionante da raccontare. Terremo d’occhio questo pazzo, pazzo panino nei prossimi tempi.

inKONBINI

Ogni giorno penso a quanto mi piacerebbe tornare in Giappone il prima possibile, e spesso associo questo dolce desiderio al jingle che accoglie ogni cliente all’ingresso dei konbini appartenenti alla catena FamilyMart. Mentre sei in Giappone, quel suono ti si imprime nel cervello e non ne esce mai più. Lo sviluppatore Dima Shen ha scelto proprio un konbini come ambientazione del suo video di accompagnamento al trailer di inKONBINI, a cui sta attualmente lavorando. Nel Giappone dei primi anni Novanta, la protagonista Makoto Hayakawa paga il college con il suo lavoro di cassiera in un piccolo konbini. Lo spirito gestionale è preponderante, visto e considerato che Makoto dovrà pianificare i prodotti da inserire sugli scaffali, ordinarli, consigliare i clienti e sì, anche restituire il giusto resto alla cassa. Ci saranno anche molti dialoghi e scelte che porteranno a vari sviluppi nella trama: ci troviamo in una piccola cittadina di provincia, e la figura della negoziante è un vero e proprio riferimento per tutta la comunità. Il sound design sembra essere estremamente curato, in modo tale da garantire un'esperienza rilassante e non frenetica. È interessante l’idea di raccontare le storie dei clienti tramite i loro acquisti: i nostri consumi dicono tantissimo delle nostre vite. E chissà se anche il konbini in cui lavora Makoto avrà una musichetta accattivante come quella dei FamilyMart...

FELTOPIA

Come giustamente riconosciuto da Jon Gibson di iam8bit nell’introduzione alla presentazione di Feltopia nel corso del Day of the Devs, in questi anni abbiamo assistito a un vero e proprio rinascimento dei videogiochi creati con la tecnica dello stop-motion. Qui su FinalRound vi ho raccontato i fenomenali Harold Halibut e Judero, entrambi usciti nel 2024; spero che non dovremo aspettare molto di più per Feltopia, ormai in produzione da molti anni. Definito dai suoi sviluppatori come un “cute-em-up”, è fatto interamente di... lana! Protagonista è Skyrider, un pastore di pecore magiche che si imbarca in un viaggio bidimensionale per difendere il suo gregge da uno spirito malvagio. Le povere pecorelle sono state disperse ai quattro venti del vasto mondo di Feltopia e infettate dallo smog; vanno riunite affinché Skyrider possa avvalersi dei loro poteri per sconfiggere l’acerrimo avversario. L’opera di Wooly Games è impressionante da vedere, e il trailer commentato dai tre membri dello studio ben fa intuire l’incredibile mole di lavoro necessaria per creare e animare i mille personaggi stravaganti che popolano i celi di Feltopia. Come dico spesso, i videogiochi in stop-motion riescono più di altri, a mio avviso, nell’impresa (spesso difficile) di manifestare chiaramente la mano degli autori umani all’interno dei mondi virtuali. Meravigliosa la trasformazione del boss mostrato da Wooly Games, un corvo dalle piume nere da affrontare con la magia delle pecorelle per liberarlo dallo smog: una volta sconfitto, il suo piumaggio vira su deliziosi colori pastello. Viva la lana e viva la pazienza di Wooly Games!

Pubblicato il: 16/12/2024

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2 commenti

Articolo interessantissimo!

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