CROSS GEN

Abbiamo finito i nostri primi giochi

Con un imprevisto allineamento di corpi celesti, qualche giorno fa sia Emma che Elia hanno finito nella stessa sessione i loro giochi (I Puffi - Missione Vilfoglia e Super Mario Odyssey). È stato un momento significativo per tutti, ma con ordini di grandezza diversi: io ero spezzato dall’emozione e dall’orgoglio, loro contenti ma insomma, circolare che non c’è niente da vedere.

Dove eravamo rimasti: Elia

Nonostante al primo Falò avessimo già deciso le cose nuove a cui giocare, entrambi hanno voluto continuare con quello che avevano, almeno fino a finirlo. Questa determinazione in Elia è stata incrollabile: non abbiamo saltato un solo giorno di gioco e mano a mano che ci avvicinavamo alla fine l’entusiasmo è stato in costante ascesa. Siccome si è alzato anche il livello di difficoltà (comunque molto basso, ma Elia è alla sua primissima esperienza), nelle ultime sessioni Elia non ha nemmeno provato a giocare: io tornavo a casa, lui mi accoglieva come al solito raccontandomi di elaborati piani per distruggere la contaminazione da Vilfoglia, ci mettevamo sul divano e in men che non si dica si trasformava in un umarell pronto a dare consigli all’evidentemente non abbastanza bravo padre che provava a sfuggire a Gargamella.

Non me la sono sentita di insistere troppo nel volerlo far giocare sia perché mi è diventato evidente che per questo gioco era troppo presto (a livello di manualità, non di contenuto), sia perché il trasporto emotivo una volta arrivati alla casa di Gargamella era palpabile. In un breve passaggio poco prima dello scontro finale c’è una sezione di salti e corse nella quale Gargamella cerca il puffo con una torcia e se si è troppo lenti si viene raggiunti e si deve ricominciare la sezione daccapo. Ecco, Elia era proprio in sbattimento: pur non giocando direttamente, percepivo la sua tensione, i suoi sbuffi, il (quasi) spavento se si veniva raggiunti o il sollievo nel salvarsi infilandosi in una crepa nel muro. Pur non giocando, Elia è stato partecipe, presente e coinvolto. Ha vissuto quei momenti così intensamente che nella sua percezione è come se ci avesse giocato lui: quando ne parlava con Emma o con sua madre, i racconti erano sempre e invariabilmente in prima persona: «ho fatto questo salto», «sono scappato di là», «ho evitato Gargamella proprio all’ultimo». Insomma, sono stato né più né meno che il suo proxy nella guerra alla Vilfoglia. E quella guerra, alla fine, l’abbiamo vinta.

Devo dire, ed è chiaro che comunque sia una proiezione mia che arriva da chissà dove, mi aspettavo dell’entusiasmo e della celebrazione in più, e mi sono proprio visto da fuori come l’anziano che pensa «signora mia dove andremo a finire con questi giovani che non si sanno più apprezzare i piaceri delle vita», ma poi mi sono detto che no, Elia può godersela come meglio gli pare e se vuole passare subito oltre va benissimo così. Anche perché, pensandoci, sono io che ho ricoperto il momento di un valore emotivo e simbolico che lui certamente non può né intercettare né capire.

E comunque, appena è rientrata in casa la madre, ha mollato la cena a metà per raccontarle com’era andata.

Abbiamo finito I Puffi - Missione Vilfoglia (PEGI 3, ma se non sai cosa sia il PEGI puoi trovare tutto qua) in poco più di 20 ore, direi tre quarti delle quali giocate da me sotto l’attenta supervisione di Elia, che mi spiegava cosa dovessi fare e dove andare. Ci è piaciuto, alla fine, ma non saprei quantificarlo con esattezza: nella scala che va da 1 a 5 stelline che pensavo di utilizzare per valutare i giochi con loro, Elia gli ha dato 10 (nemmeno stelline, proprio il voto). Poi ha detto che Super Mario Wonder è 11, e che siccome Super Mario Wonder è 11, allora i Puffi sono 14. A posto così.

Dove eravamo rimasti: Emma

Emma è estremamente più autonoma del fratello e al netto di qualche sfida più impegnativa, il gioco se lo è finito da sola. Mi sono però reso conto che lei non è ancora del tutto a suo agio con i momenti topici dei videogiochi, cioè quelli nei quali il livello di sfida solitamente si alza. Anche se in questi ultimi anni si sta sviluppando tutto un filone di giochi nei quali viene annullato di fatto non solo la difficoltà, ma proprio il concetto di “sfida” (sono i cozy games, che da queste parti chiameremo giochi comodoni), solitamente il momento dello scontro con il boss di fine livello è quello in cui si mettono a frutto tutte le cose imparate in precedenza e si ottiene, una volta che questo è stato sconfitto, una gratificazione immediata direttamente proporzionale alla fatica che si è fatta per arrivare fino a quel punto. Per chi gioca da anni questa è una dinamica naturale, data quasi per scontata, ma mi rendo conto che per chi è al suo primo videogioco è una assoluta novità.

Emma infatti è andata come un treno fino ai livelli finali, quelli dove si devono “combattere” Bowser e alcuni suoi scagnozzi, ma una volta che non è riuscita a superare al primo o al secondo tentativo certi scontri, si è un po’ bloccata: iniziava a giocare, arrivava al momento fatidico, si agitava perché non riusciva e magari rinunciava del tutto a giocarci per il resto della giornata, perché l’idea di fallire ancora proprio non riusciva a gestirla. Ha fatto questo avanti e indietro per qualche giorno, mettendosi a guardare Elia (o me) giocare, come per decomprimere, per poi, in totale autonomia, rimettersi a provare con costanza nonostante le sconfitte, acquisendo sempre più manualità fino al momento in cui, alla fine, Bowser lo ha sconfitto per davvero.

E comunque, pure lei, nonostante il gioco sia stato un punto fisso delle sue giornate da Natale ad oggi, non appena finito ha subito chiesto se potesse passare a quello successivo.

Abbiamo (ha) finito Super Mario Odyssey (PEGI 7) in poco più di 20 ore, raccogliendo le lune necessarie ad arrivare alla fine e poco più. Emma infatti non si è dimostrata particolarmente stimolata dalle sfide extra, e questo prima ancora di aver scelto il gioco successivo. Insomma, mi è parso che da subito volesse andare dritta per dritta alla fine. Ci è piaciuto tantissimo.

Alla prossima!

Pubblicato il: 21/02/2025

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1 commento

Bravi ai giovani gamer in erba( ed al proxy padre)!

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