HOME SAFETY HOTLINE
Sono a Roma, seduta a un banchetto un po’ traballante. Le parole che ho appena scritto sul foglio protocollo mi fissano. La posta in gioco è il mio futuro professionale.
Accendo il PC. È sera ed è stata una giornata davvero lunga, tra studio, lavoro, scrittura, e la firma di un contratto importante che attendevo da tempo. Sulla pagina Steam di Home Safety Hotline è segnalato che il gioco durerà tra le due e le tre ore, quindi sì, penso proprio che questo possa essere un buon momento per risolvere le magagne domestiche dei poveri utenti della Hotline e recensire l’opera di Night Signal Entertainment.
Attendevo molto questo Home Safety Hotline, tanto che ve ne avevo parlato nella prima puntata di Radar. Sono affascinata da tutto ciò che è criptico, oscuro, magari infestato. E, alla prova dei fatti, Home Safety Hotline è prima di tutto il resto un videogioco posseduto, permeato da una forza incomprensibile che vi renderà paranoici quanto e più di chi vi chiamerà alla ricerca di aiuto.
La dettatura è appena finita. Il mio cervello va a tremila. Andrà così per tre giorni, ventiquattro ore su ventiquattro. Non lo so ancora, ma dormirò pochissimo. Nonostante ciò, mi sentirò sempre fresca e lucida, e uscirò dalla Fiera di Roma col sorriso tutte e tre le sere, nonostante gli inevitabili dubbi.
In Home Safety Hotline interpretiamo una nuova recluta di questo misterioso call center. Gli eventi avvengono nel 1996, e non a caso il computer da noi utilizzato sembra uscito direttamente dagli anni ’90. L’interfaccia è ricostruita fin nei minimi dettagli, e si inserisce perfettamente in quel filone dell’orrore che chiamiamo “analog horror”, “orrore analogico”, fatto di immagini a bassa risoluzione, di suoni gracchianti e di interferenze telefoniche, figlio delle creepypasta, infestato dalla presenza di api, topi, boggart, ragni, troll e funghi fischiettanti (!).
Ma l’incubo vero, qui, è uno solo: lo spettro del capitalismo. Home Safety Hotline non è un’associazione benefica: è una linea telefonica a pagamento. E il tuo lavoro, cara recluta, deve essere impeccabile. Sbagliare troppe volte porterà a chiamate inferocite degli utenti, poi a un’ammonizione della nostra superiore, poi al licenziamento. Fine. Game Over.
Tre giorni. Tre dettature. Tre tracce. Ogni sera il confronto con le amiche e gli amici, poi a letto. E si continua a pensare, pensare, pensare. Avrò fatto la cosa giusta? O tra un anno e mezzo, quando avranno concluso le correzioni, scoprirò di essere scivolata da qualche parte, di non essere riuscita a individuare il punto, il problema, il nocciolo della questione?
In Home Safety Hotline si legge, e tanto. A nostra disposizione c’è un database di terrori domestici assortiti di cui si scoprono caratteristiche, effetti, modalità per liberarsene. Se è possibile, chiaramente. E se tuo figlio fosse scomparso per sempre, risucchiato dall’armadio da una forza misteriosa? E se il tuo volto fosse ormai irrecuperabile, rubato da un essere che regge in mano uno specchio magico?
Lo spazio di possibilità dell’orrore si amplia di giorno in giorno, a mano a mano che la nostra superiore guadagna fiducia nelle nostre capacità. E si entra in una spirale sempre più fantasiosa, esotica, forse paranoide. Sembra un vero delirio assecondare la voce timorosa che al telefono riferisce di aver visto di notte delle luci che sembrano perseguitarlo, appena fuori dalla sua casa. Non dovremmo consigliargli di chiamare un medico? Ah, afferma convinto che è stato proprio il medico a suggerirgli di chiamare noi…
Siamo tutti molto tesi. Ogni mattina entriamo nei padiglioni ore prima della dettatura. C’è chi si siede al banco e sta solo con i suoi pensieri. Personalmente preferisco chiacchierare del più e del meno e fare nuove conoscenze. Mi aiuta a sentirmi bene, a essere fresca quando, verso ora di pranzo, dovremo rimboccarci le maniche, prendere le penne biro, rigorosamente di colore nero, e iniziare a fare sul serio.
Il lavoro dell’operatore di call center è totalmente solitario. Solo noi e il computer. Nessun altro. C’è il database, con le sue descrizioni e – talvolta – le registrazioni dei suoni emessi dalle minacce domestiche che siamo chiamati a combattere. Leggere, leggere, leggere, soltanto leggere, e poi rileggere, perché le parole degli utenti sono sempre frammentarie, spesso rotte dal pianto o dall’ira, mai precise, spesso ambigue.
Puntualmente si avverte la necessità di porre domande aggiuntive: “Oltre a quei rifiuti che sembrano fondi di caffè udite un suono ronzante?”, magari, oppure “Siete proprio sicuri che quello sia il vostro cane? Va bene, sembra totalmente uguale a lui, ma non si comporta in maniera un po’ più aggressiva del solito?”. L’operatore, però, non può farlo. Bisogna risolvere il problema con ciò che ci è dato. Per quanto ambiguo ed enigmatico sia. E dare una risposta chiara, precisa, inappellabile.
Appena conclusa la dettatura, avverto una specie di frattura nello spazio-tempo. Centinaia di persone si sono proiettate altrove. I nostri corpi sono seduti ai banchetti, ma tutto il nostro essere è su un altro piano. Un piano composto soltanto di quelle parole che abbiamo appena scritto sul foglio.
Alcune chiamate misteriose interrompono il nostro lavoro, di tanto in tanto. “Uh, sono Twig Sigmund”. A schermo vediamo un volto grottescamente deformato. “Ti chiamo solo per dirti che, ehm, il tuo frigorifero si è messo a correre come un pazzo negli ultimi 45-90 minuti. Faresti meglio a correre qui per acchiapparlo, amico”, conclude. Queste telefonate fanno parte di un mistero più ampio: cos’è la Home Safety Hotline? Perché parliamo ai nostri clienti di boggart, labirinti extraplanari e spriggan inferociti?
Sono domande che troveranno una risposta solo parziale nel finale dell’avventura, che prende una piega abbastanza chiara fin dalla metà del gioco. Il twist, un po’ prevedibile, è lontano dalla completa follia che a un certo punto prende piede nei videogiochi di Daniel Mullins, per poi non mollarli più. Ma resta un valore nel viaggio, nella concentrazione massima che ci è richiesta nell’analizzare quelle parole dette da persone che non possiamo interrogare. Lo stesso che mi succede ogni volta che mi approccio a una traccia del concorso notarile.
Mi chiedono spesso se ho parenti notai. Molti sono convinti che la carica di notaio si passi di padre in figlio. Rispondo sempre che no, non ho parenti notai, ma non importa: bisogna studiare e passare un concorso per esami. Se sono davanti a un interlocutore brillante, dico che si diventa notai leggendo attentamente. O, come dice il mio maestro – notaio e grande appassionato di videogiochi – schivando i pericoli come se ci trovassimo in un livello di Super Mario.
Concludo il gioco in una sera, come mi ero prefissata. Vengo riportata sullo schermo del computer dell’operatore della Home Safety Hotline. Qui è apparsa una novità: un file in cui lo sviluppatore parla del processo creativo che lo ha portato a dedicarsi a questo gioco. Ci sono tante informazioni personali, disegni dei mostri e anche foto della moglie, la persona in carne e ossa che ha interpretato l’inflessibile superiore della nostra recluta.È l’ultimo livello di infestazione di Home Safety Hotline.
Lontano dall’essere un videogioco epurato da ogni presenza umana, privo di qualsivoglia riferimento ai suoi autori, l’opera di Home Signal Entertainment porta fieramente i segni delle persone che l’hanno portata alla vita. È un colpo di coda, una affermazione dell’esistenza e dell’identità di Nick Lives. Ho deciso di seguirlo in questo cammino e di infestare questa recensione con la mia presenza. Nella consapevolezza che – lo insegna anche il grande Sam Lake – il creato non è mai separato dal suo creatore.
Mentre cercavo di risolvere le tre tracce, pensavo a Super Mario e a quella bellissima immagine che mi aveva regalato il mio maestro. Nella mia testa, ho acchiappato un Super Fungo e schivato il guscio lanciatomi da un Koopa. Ho sorriso. E ho iniziato a scrivere.
Pubblicato il: 25/01/2024
Provato su: PC Windows
Il tuo supporto serve per fare in modo che il sito resti senza pubblicità e garantisca un compenso etico ai collaboratori
FinalRound.it © 2022
RoundTwo S.r.l. Partita Iva: 03905980128