ARCTIC EGGS

Si può friggere un uovo in cima al Monte Everest?

Quanto costa un uovo? Pochi centesimi per noi predoni dei discount.
Quanto vale un uovo? Dipende. Per me quasi nulla, per chi ha fame infinitamente di più.
La domanda piú importante di tutte, però, è un’altra: Si può friggere un uovo in cima al Monte Everest? 

Arctic Eggs è un videogioco che parla di uova all’interno di una distopia artica brutalista in cui l’occhio di bue è diventata una merce così preziosa e rara che esistono persone il cui unico compito nella vita è quello di sorvegliare le stie in cui vengono custodite gelosamente le galline. Per me un uovo rappresenta spesso e volentieri solo un ingrediente della carbonara che mi cucino nei giorni in cui voglio evadere dai diktat della nutrizionista, per gli “abitanti” di Arctic Eggs incarna invece la massima espressione del lusso proibito a cui aggrapparsi nei momenti più difficili della complicata vita loro gelida esistenza.

È un incubo lo-fi che racconta un mondo-prigione inerte, popolato da anime alla deriva su quelli che sembrano i tetti di un mega complesso abitativo sperduto chissà dove nelle gelide terre antartiche. Andarsene è facile: basta chiedere al Santo dai Sei Stomaci, unico regnante della tremenda distopia di Arctic Eggs, ma ottenere udienza è praticamente impossibile. Io mi sono ritrovato a vestire i panni dell’addetto al controllo delle galline, unico essere umano ad avere il privilegio di poter entrare in contatto col pollame e, quindi, col cibo in questo mondo dove tutti sembrano persi e senza speranze. 

Così, armato solamente di una padella, mi sono ritrovato inconsapevolmente ad interagire con la povera umanità di Arctic Eggs, ricevendo in cambio brevi monologhi apparentemente deliranti e la richiesta di cucinare di straforo dei piatti a base di uova per tutti gli affamati della gabbia di ghiaccio, ruggine e cemento che fa da sfondo alla vicenda. Che è anche l'ennesima storia assurda raccontata dai quei matti di Critical Reflex, che ultimamente hanno pubblicato una quantità enorme di videogiochi a dir poco bizzarri come Buckshot Roulette e Mouthwashing.

Arctic Eggs è un gioco “semplice”, che in barba ai quasi vent’anni di insegnamenti paternalistici marcati Nintendo e divulgati dal fastidioso prototipo di angelo del focolare protagonista di Cooking Mama, insegna al giocatore un nuovo modo di rapportarsi alla cucina. Controllando in punta di mouse la mia padella sfrigolante ho accettato di cucinare qualsiasi cosa mi venisse richiesto dai personaggi che ho incontrato nel corso della mia breve ma intensa esperienza. Tendenzialmente uova, cotte rigorosamente da entrambi i lati, a cui si sono aggiunti via via ingredienti sempre più… peculiari: bacon, salsicce, sigarette, sardine in scatola (nel senso che vanno proprio cucinate senza tirarle fuori dalla scatola) e bottiglie di birra; ma anche proiettili, bicchieri di vetro e degli inquietanti cubi di carne gorgogliante che sembravano osservarmi mentre saltellavano sul fondo in teflon della mia padella. 

L’assenza di altri utensili da cucina obbliga a dover far saltare “con la forza” ogni ingrediente per cuocerlo da ogni lato, trasformando in breve tempo l’atto di friggere un semplicissimo uovo un’operazione complessissima che necessita di precisione, riflessi prontissimi e soprattutto di fortuna, perché gli affamati di Arctic Eggs sono tanto disperati quanto esigenti. Basta che si sprechi anche solo una goccia di tutto quello che viene chiesto di cucinare che si è costretti a ricominciare da capo. Immaginate quanto tutto questo possa essere scomodo quando ci si ritrova a dover tenere in equilibrio uova, pancetta e dei proiettili che dopo un certo lasso di tempo esplodono rischiando di sparare ogni ingrediente in tutte le direzioni.

Un tedioso e a volte gustosamente frustrante gioco di abilità che integra il fallimento all’interno del suo gameplay come suo fondamento e non come elemento da evitare a tutti i costi. Più ci si addentra nelle viscere del complesso abitativo all’ombra della torre del Santo dai Sei Stomaci più le atmosfere e i dialoghi si fanno surreali, tratteggiando un mondo preda di un nichilismo a tratti inquietante. Ho cucinato un uovo con delle bottiglie di birra a un cervello bionico abbandonato tra i rifiuti di una discoteca che si lamentava della musica, e nei bagni di quella stessa discoteca sono stato risucchiato dentro ad una latrina direttamente collegata ad un acquario decadente. Ogni persona con cui ho interagito mi ha parlato di cose apparentemente senza senso, a volte di strane teorie complottistiche e altre ancora di rivoluzioni culturali e strane macchinazioni governative. È qui che entra in gioco il fallimento come aspetto chiave del gameplay di Arctic Eggs, perché di fronte a questo caotico mare di informazioni sconclusionate e di ansie sociali malcelate l’atto di concentrarsi su ciò che accade sulla padella rovente offre una distrazione importante.

In un mondo in cui nulla sembra avere senso, friggere un uovo permette il lusso di avere uno scopo ben preciso. Faticoso, difficile e frustrante quanto solo tentare di cuocere un cubo di carne rancida assieme a dei proiettili esplosivi può essere, concentrarsi sulle richieste degli altri e sfamarli sembra avere un potere quasi anestetico e pacificatore. Poco importa se si sbaglia, è la pratica a rendere perfetti, e di pratica in Arctic Eggs ne serve tanta. Quello sviluppato da The Water Museum, cockydoody, Abmarnie e Cameron Ginex è un videogioco sovversivo nei confronti di tutto quello che i videogiochi prima di lui hanno tentato di comunicare ai giocatori. Non esiste un videogioco che sia anche solo simile ad Arctic Eggs nello sconfinato mercato in cui si naviga ogni volta che si accede alla homepage di Steam, motivo per cui non credo di possedere abbastanza informazioni o strumenti per spingermi addirittura a consigliarlo a qualcuno senza il timore di fargli uno sgarbo, eppure la sua unicità è un valore che solamente un videogioco oscuro e pazzo come questo può esprimere al suo meglio. 

Se vi venisse la malsana idea di provare Arctic Eggs sappiate che vi aspetta un’esperienza straniante ma anche potenzialmente terapeutica. Vi troverete ad avere a che fare con un mondo indecifrabile che vi porrà di fronte a delle domande assurde e senza risposta. Si può davvero friggere un uovo in cima al Monte Everest? Forse non importa davvero saperlo, perché forse nulla importa davvero.

E va bene così.

Pubblicato il: 17/01/2025

Provato su: PC Windows

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4 commenti

Nonostante l'ormai stracolmo mercato di giochi "horror" in grafica ps1, questi ragazzoni qua riescono ogni volta a sfornare qualche idea che si sposa perfettamente con la semplicità visiva adoperata. Kudos a loro

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